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giovedì 28 aprile 2011

Zuppa di fave e porro al pimento


Il cuore di Palermo pulsa di forti emozioni, di ricordi, di monumenti sani e malconci, di chiese, case storiche e mercati. Pulsa di vita frenetica e batte al ritmo delle tradizioni… talvolta. Credo che un tuffo nella storia ci è concesso passeggiando lungo le vie di tutti i centri storici, ma lasciatemi raccontare quello che più mi calza come una scarpa vecchia e ormai comoda da cui stento a separarmi, capoluogo d’un isola triangolate che raccoglie il mare nel suo ondeggiare e sbattere in fragorose onde, nel suo mescolarsi e divenir Mediterraneo. La premessa poetica mi consente di tornare a parlare del Capo, ebbene sì, di poesia è intriso quel mercato e con gli occhi pieni di colori, la mente agli stucchi di una chiesa maestosa, ci ritroviamo innanzi a questa Drogheria



In cinquant'anni ne ha visti di visitatori, avventori locali e turisti, propensi a comperare le spezie più ricercate e qui la mia attenzione ha trovato approdo quando passeggiando intenta a ricercar notizia (da narrare per il giornale) il giovane nipote della proprietaria, il ragazzo che vedete in foto sulla destra, mi ha esortato a dare spazio alla fantasia. Per zuppe e per minestre mi disse essere adatto il Pimento, simile al pepe eppur meno marcato, ed io mi lasciai tentare. Portato a casa assieme a fave fresche e ad un bel porro ho sperimentato questa zuppa che si lascia amare, mangiare e poi lodare.



È stato un tuffo nella storia, percorrere la via maestra che dà vita al Capo, mi comprenderete se ammetto che fotografare e raccogliere racconti di vita non mi è bastato. Al mercato si va per comprare ed io ho fatto spesa e molte altre spezie sono lì che attendono di essere impiegate in future sperimentazioni culinarie.

Grazie ad Antonio Orlando dell’Antica Drogheria Dainotti per la disponibilità, le foto ed i racconti. E grazie a Laboratorio Pesaro per le belle ceramiche, ho servito la mia zuppa usando sottopiatto, piatto, coppetta e salino della linea Saint Tropez!

Nella borsa della spesa:
500 g di Fave fresche (peso delle fave già pulite)
1 Porro di media grandezza
alcuni grani di Pimento
Olio evo, Pepe verde e Sale b.q.
1 pizzico di Curry
Vino bianco per sfumare
½ bicchiere di Latte p.s.
Maggiorana



Vi racconto il “come fare”:
Dopo aver pulito le fave, privandole del loro baccello, affettate il porro finemente. In un tegame scaldate un cucchiaio di olio evo, trasferite sull'olio caldo le fettine di porro e lasciate rosolare quindi unite le fave e lasciate appassire qualche istante. Sfumate con il vino bianco e continuate a cuocere a fuoco moderato per 2 minuti. Condite con sale fino, pepe verde appena macinato e i grani di pimento. Aggiungete la maggiorana, quantità a vostro piacimento, e il pizzico di curry sciolto nel latte. Coprite il tegame e cuocete a fuoco moderato per 30 minuti. Girate di tanto in tanto e se a metà cottura il fondo dovesse asciugarsi troppo aggiungete ancora mezzo bicchiere di acqua bollente.
Nota: È preferibile eseguire la ricetta utilizzando fave novelle, di piccola e media taglia. Le fave troppo cresciute avranno l'inconveniente di una scorza troppo dura e fastidiosa da mandar giù.

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mercoledì 27 aprile 2011

Ravioli dolci e piccanti per il tea a merenda


Finita la festa, riprende la giostra e le rubriche al marzapane tornano a popolarsi di dolci armonie. Per il tea a merenda voglio ingolosirvi con un tocco piccante, attraente, profumato di radice... sì, di zenzero!
Al momento la mia rubrica de il tea a merenda è quella più popolosa, eppure ne ho in mente almeno ancora un paio da sviluppare: sui golosi anni ’80, per proseguire il lavoro iniziato con il mio contest che ha dato vita alle ricette vintage e poi sulla cucina dal mondo… sto lavorando per voi, per presentare nuove ricercate ricette, piatti di altri popoli, magari anche in lingua inglese perché essere poliglotti in questo mondo globale non guasta.

Il twinings continua ad esercitare un fascino dal sapore rilassante per me, ma a dire il vero il caldo inizia a farsi sentire e con questi ravioli alla marmellata, con tocco di zenzero e sorpresa piccante, chiudo la stagione dei caldi e dalla prossima volta via al tea freddo e alle varianti estive.


Oggi mi sono divertita a giocare con i richiami, tra tea e pasticcini, per pizzicare il palato con sensazioni nuove. Ho preparato un infuso al limone e zenzero addolcito con un cucchiaino di miele, un infuso fruttato di media intensità ideale anche a quest’ora del giorno. Lo zenzero ha richiamato il ripieno dei ravioli, condendo di piccante la marmellata all'albicocca di Rigoni di Asiago, confermando la doppia presenza dell'ingrediente "acceso" in questa ricetta.


Nella borsa della spesa:
500 g di impasto come da ricetta indicata qui (ho usato la metà delle dosi indicate)
250 g di Marmellata di albicocche, la mia Rigoni di Asiago
100 g di Cioccolato fondente al peperoncino
radice di Zenzero in polvere q.b.
3 cucchiai di Zucchero a velo per decorare


Vi racconto il “come fare”:
Preparato il vostro impasto (seguendo la ricetta indicata qui), infarinate gli stampi da raviolo quindi staccate un pezzetto di impasto grande quanto una noce e stendete questo con il mattarello fino ad ottenere lo spessore di ½ cm circa. Posizionate l’impasto steso sulla formina, farcite con un cucchiaino di marmellata, un pizzico di zenzero e un pezzetto di cioccolato fondente al peperoncino. Chiudere la forma realizzando il vostro raviolo e così fino a terminare tutto l’impasto. Preriscaldate il forno a 180°C, statico, e cuocete i biscotti per 25-30 minuti. Sfornateli e attendete che si raffreddino quindi decorateli con zucchero a velo.

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lunedì 25 aprile 2011

Caccavelle con crema di formaggio e pistacchi


E si avvicendano i giorni di festa, le campane annunciano voli di bianche colombe e i panieri da picnic si mostrano adorni come capelli di sposa: mille fiorellini profumati a contornare bordo e dentro una profusione di sapori ad osannar la primavera.




Il 25 Aprile, festa della libertà, coro d'una ritrovata coscienza nazionale, coincide con il lunedì dell'Angelo ed allora è stato bello armarsi di serenità, di grazia e gentilezza, popolando prati, collinette in fiore e campi intorno a case di campagna per innalzare nuova voce e fondare nuovo coro: ritrovata coscienza nazionale!


Serviva nel '45 e serve ancora ritrovare!


Vi lascio le mie caccavelle ripiene per omaggiare quel paniere immaginario che noi tutti, noi Italiani indignati, abbiamo riempito in questo giorno di memoria per popolare il prato vero della libertà – non quello fasullo di un popolo mortificato – nel ritrovarci uniti a far picnic, a banchettare, brindare alla nostra amata patria. Il giorno di festa in famiglia marzapane è trascorso proprio all'aperto, tra caprette e vitellini, maiali e pavoni affatto schivi.




Ringrazio la Fabbrica della pasta di Gragnano per questa collaborazione a tutta pasta, simbolo nazionale della buona tavola!


Ingredienti:
4 Caccavelle Gragnano
150 g di Camoscio d'oro
30 g di Pistacchi
100 g di Pomodorini
100 g di Pancetta a cubetti
30 g di Pangrattato
½ bicchiere di Latte (o besciamella poco densa)
Erba cipollina
Olio evo, Sale e Pepe q.b.



Vi racconto il “come fare”:
Mettete a scaldare una pentola con abbondante acqua, al bollore salate e iniziate a cuocere le caccavelle per il tempo indicato in confezione. Intanto mettete nel mixer i pinoli, il camoscio d'oro e i pomodorini e azionate le lame fino ad ottenere una crema densa, se servisse aggiungete un filo d'olio e un pizzico di sale. In una padella con il fondo antiaderente fate scaldare un cucchiaio di olio evo, soffriggete l'erba cipollina, pepate e aggiungete la pancetta quindi lasciatela dorare per un paio di minuti. Trascorso il tempo di cottura della pasta, scolatela. Abbassate il fuoco alla padella e allontanate la pancetta, che metterete in un piattino da parte. Nella padella calda e ancora unta tostate il pangrattato, aggiungendo ancora un pizzico di sale e un pizzico di pepe. Compiute tutte queste operazioni, scaldate il forno a 180°C e componete la pasta: oleate il fondo di una pirofila con l'olio rilasciato dalla pancetta, ponete sul fondo le caccavelle con la pancia rivolta verso l'alto e riempite le cavità della pasta con la crema di camoscio d'oro, i cubetti di pancetta e terminate con il pangrattato. Sul fondo della pirofila versate il latte quindi passate in forno caldo per 5 minuti, giusto il tempo di gratinare il ripieno.

sabato 23 aprile 2011

Pecorelle di Marzapane e Buona Pasqua



Giorni di fuoco per l'avvento di una festa all'insegna del bel tempo, delle gite fori porta, dei dolci decorati che narrano tradizione. E dopo i pupi con l'uovo in casa marzapane non potevano mancare loro, le uniche, le sole e inimitabili protagoniste della Pasqua sicula e del nome di questo mio diario culinario: le PdM o per meglio dire Pecorelle di Marzapane!




Stampi in gesso, marzapane (la cui ricetta trovate qui), colori alimentari, decori e tanta fantasia per presentare il dolce destinato ai più piccoli: l'agnello pasquale, a pecura ri martorana, la pecorella di marzapane... tanti nomi per identificare il dolce gregge.




Buona Pasqua e serene feste a tutti voi dalla PdM in capo seguita dal festante belar di pecore!!




Notare la tavola imbandita con tanto di colombe home made, prossimamente e con un po' più di tranquillità vi racconterò la ricetta dei pennuti fatti con il lievito madre. La riuscita è eccezionale! Notare ancora il piccolo PdM, l'agnellino di ceramica. È il regalo che il mio buongustaio mi ha fatto per questa Pasqua, bellissimo no? Grazie amor mio!

domenica 17 aprile 2011

Pupi con l'uovo


I pupi con l'uovo sono una tradizione che si rinnova, da quando ero piccola e nel rinverdire quello spirito di innocenza, pace, amore e voglia di festa.
Ricordo che da nonna Mimma si preparavano pochi giorni prima della Domenica delle Palme e poi il loro odore, i colori sgargianti dei confettini, ci accompagnavano fino al lunedì di Pasquetta in campagna dalla zia. Nonna, mamma e le due zie intente ad impastare e noi sei a fare le formine. Tutti i nipoti, piccoli e grandi, maschi e femmine, uniti intorno a quel tavolone a fare i pupi con l'uovo.
Ho molti ricordi legati a quel periodo della mia infanzia e sono tutti di armonia, di unione... poi, come tutte le belle storie d'amore, è finita. Morta la nonna sono morti anche gli intenti e l'amarezza di ciò che avevamo perduto mi ha spinto per anni a non fare più questi biscotti. Nessun odore di Pasqua ad inondare la casa. Eppure sono i primi che ricordi fatti interamente con le mie minuscole mani di allora, così quest'anno ho deciso di raccontarli, rifarli e poi di cominciare nuovamente a farli vivere nella tradizione di questa nuova piccola famiglia: il mio buongustaio merita di rammentare tradizioni legate alla casetta al marzapane e io voglio ricostruire quel dolce tepore di casa che per troppo tempo è rimasto soffuso.

Buona domenica delle Palme a tutti e che i Pupi con l'uovo rallegrino anche la vostra Pasqua!



Nota: l'impasto che ho usato è lo stesso che uso per la base dei miei buccellati, lo strutto è d'obbligo quando si parla di ricette tradizionali Siciliane. L'uovo può essere inserito nel biscotto come ho fatto io, ovvero sodo e con il guscio, sorretto da due strisce di impasto, oppure sodo e senza guscio e direttamente come farcitura del biscotto. Questa seconda versione è quella “vera” perchè il pupo con l'uovo nasce come cibo povero, pasto completo. Noi preferiamo mangiare l'uovo sodo in un momento diverso e non insieme al dolce, così nasce la rivisitazione!

Ingredienti:
1 Kg di Farina 00
300 g di Strutto
300 g di Zucchero
1 bustina di Lievito
1 Limone, la scorza grattugiata
250 g (circa) di Latte intero

Per decorare:
4 Uova sode
5 cucchiai di Zucchero a velo
1 Arancia, il succo
100 g di Codette colorate (zuccherini)



Vi racconto il “come fare”:
Disponete la farina a fontana e miscelatela con lo zucchero, la scorza di limone grattugiata, il lievito. Aggiungete lo strutto a pezzetti e iniziate ad amalgamare questo con la farina fino a creare la classica sabbiatura che si ottiene quando si prepara la pasta frolla: le polveri miscelate allo strutto si presenteranno con la consistenza di sabbia bagnata. A questo punto continuate ad impastare con l’aggiunta del latte tiepido, procedete gradatamente fino ad ottenere un impasto omogeneo. Più si lavora, più lo strutto tenderà a rilasciare l’unto rovinando l’impasto per cui, così come la pasta frolla, la lavorazione deve essere veloce. Preriscaldate il forno a 180°C e intanto stendete la pasta con il mattarello fino ad ottenere uno spessore di 1 cm. Ritagliate dalla foglia di pasta stesa una mezza luna, potete praticare dei tagli sui bordi di questa o dei decori a vostro piacimento. Con un pezzettino di pasta ricavate il manico, arrotolando l'impasto. Ponete al centro della mezza luna un uovo sodo, fermate questo con due bacchette di impasto e poi praticate dei forellini sul biscotto per non farlo lievitare più del dovuto. Aggiungete al cestino il manico e cuocete il vostro pupo con l'uovo in forno già caldo, su una placca da forno unta o ricoperta da carta da forno, per circa 20 minuti. Con le dosi indicate riuscirete ad ottenere circa 4 grossi cestini, dovesse rimanere impasto potrete tagliarlo a forma di colomba, campana o una qualsiasi altra forma in tema con la festività pasquale.
Preparate una glassa di zucchero all'arancia, che servirà per decorare i pupi con l'uovo: mettete in una tazza lo zucchero a velo e impastatelo con il succo d'arancia. Dovrete ottenere una pastella ben consistente da lavorare energicamente, e per almeno 5 minuti, con la frusta. Se lo zucchero stenta a sciogliersi, aggiungete altro succo d'arancia, viceversa se la glassa risulta troppo liquida allora aggiungete altro zucchero a velo. Cotti i biscotti e preparata la glassa, procedete con la decorazione: stendete con un pennello la glassa sui biscotti e cospargete con le codette colorate. Lasciate asciugare un paio d'ore prima di maneggiarli.



Con questa ricetta tradizionale partecipo al contest di Ambra: la mise en place. Sulla mia tavola, piatti in attesa delle portate pasquali, galline e galli recanti uova, calici protesi che attendono d'esser riempiti, una candela a forma di rosa e nel cestino Il Cestino!
Per decorare la tavola e per avere a portata di mano il dessert il mio pupo con l'uovo a forma di cestino diventa ornamento!


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venerdì 15 aprile 2011

I golosi anni '80: le ricette in gara


Il 14 Aprile è una data importante per me, si chiude un anno con voi e con Pecorella di Marzapane, si chiude il mio primo concorso, si inaugura Scelte di Gusto con una festa che resterà nel mio cuore così come la passeggiata sui tetti in notturna di cui vi mostro scorcio. Porte che si aprono e si chiudono, voglia di raccontare, desiderio di fare il punto della situazione. Mi pare sia andata bene, sono felice, ho per le mani una creatura che cresce e che rispecchia una parte di me e poi voi siete stati davvero meravigliosi! Ieri mi sono soffermata su PdM, nel voler ringraziare questo spazio che mi ha dato l’opportunità di testarmi in campo culinario, oggi invece voglio dire grazie di cuore ad ognuno di voi. Mi manca spesso il tempo, ma sappiate che vi rammento tutti, vi leggo tutti e continuerò a ritagliarmi istanti in cui verrò a prendere un buon caffè nelle vostre cucine virtuali perché se c’è una cosa che amo fare è passeggiare per le vie dei blog.


Ed ora ecco le ricette in concorso, i vostri piatti targati anni ‘80! Che le mie giudici d'eccezione operino la scelta! Per Antipasti e contorni Ambra, per i Primi Federica, per i Secondi Sonia, mentre dato che la categoria Dolci è la più numerosa e la categoria Prodotti da forno è saltata, invito Ornella e Imma a scegliere insieme la ricetta vincitrice tra i Dolci.
Elenco dei piatti in gara

giovedì 14 aprile 2011

Crostata arcobaleno e un buon blog compleanno!


Cantavano nel paese delle meraviglie i compagni immaginari di Alice: Un buon non compleanno a te? a me? e a te? o a me?
Ed io replico dicendo un buon blog compleanno a me e a te, Pecorella di Marzapane, mio alter ego ai fornelli. Mio diario, spazio in cui ho potuto raccontare, condividere, citare, apprezzare e lamentare ciò che mi accadeva mentre tu, PdM, crescevi piano accanto a me e crescevo anche io con te.

Mi rivolgerò alla mia Pecorella di Marzapane, come fosse una amica in carne ed ossa per raccontarvi cosa ha significato per me questo anno passato insieme.

Tu, PdM, sei stata una silente ottima ascoltatrice, anche quando mi cullavi e cantavi melodie nel farmi credere che le mie parole fossero importanti. Hai accolto tanti ospiti, apparecchiato la tavola per i miei piatti ed i loro commenti, hai saputo sorreggermi quando l'idea che fosse tutto assurdo, troppo faticoso da portare avanti, sfiorava le mie corde.
Pecorella di Marzapane, sei stata capace di tirare fuori la mia vena, estro creativo non solo ai fornelli. Hai catturato la mia serenità, la mia voglia di espressione e hai mostrato una mia fotografia sbiadita. Una istantanea che raffigura solo il profilo, nascondendo la me più pazzerella. Hai concesso ai miei lettori di adunarsi, in 306 sono quelli che adesso rammenti e nomini uno per uno nel ringraziarli, nel dir loro che mi hanno fatto del bene, che la cucina al marzapane è sempre aperta, i fuochi sempre accesi e l'atmosfera è calda e familiare.
Sei partita piano, in sordina, ed ora richiedi tanto del mio tempo come una bimba che cresce e vuole sempre più attenzioni. Eppure mi hai regalato dolci momenti e lacrime salate, come quelle che di contentezza rigano il viso. Mi hai regalato un microfono con il quale hai amplificato la mia voce e hai condotto a me un pizzico di quel sogno che stringo tra le mani.

Oggi grazie a te scrivo per un giornale, cucino meglio di ieri, piego le parole al mio servizio meno bene di quello che sarà il domani. Intervisto gente carinissima che della gastronomia, del raccontar sapori ha fatto mestiere. Grazie a te sulla mia tavola non esiste monotonia e la confusione di stoviglie e piatti racconta giornalmente di esperimenti e manicaretti fatti.
Ed io a te che cosa ho dato? Me lo chiedo PdM, vorrei sapere se ti ho dato abbastanza cura e tutto l'amore di cui necessiti per mostrarti sempre piena di vita, di voglia di sorridere, di disponibilità verso il prossimo, di bontà... perchè di malignità, di ipocrisia e stupidità ne abbiamo piene le tasche.

PdM, sei e resterai il mio alter ego tra i fornelli anche quando quei desideri che dipingo a tinte allegre nei mie sogni diverranno realtà, perchè diversamente non posso credere.
Sei la mia creatura e dicendo grazie a te sono certa che attraverso te riuscirò a ringraziare tutti coloro i quali oggi sanno che esisti da un anno, coloro che leggendo me, osservando te, sono entrati a frammenti più o meno lunghi a far parte della nostra esistenza.

Pecorella di Marzapane, buon primo blog compleanno!


Ingredienti per la Pasta frolla:
250 g di Farina 00
150 g di Burro
100 g di Zucchero a velo
40 g di Tuorli (circa 2)
1 Limone, la buccia grattugiata
1 pizzico di Sale

Ingredienti per la Crema pasticcera:
400 g di Latte intero
100 g di Panna fresca
150 g di Tuorli
150 g di Zucchero
35 g di Amido di mais
Essenza: bacca di vaniglia o buccia di limone

Ingredienti per la decorazione:
Frutta fresca di stagione (mela, kiwi, banana, arancia, uva)
Amarene Toschi
Gelatina (colla di pesce o in polvere)

Vi racconto il “come fare”:
Iniziate preparando la pasta frolla. Sulla spianatoia preparate la farina, mista al pizzico di sale e allo zucchero, a fontana. Al centro unite il burro ammorbidito, a pezzetti, e la scorza grattugiata di limone. Iniziate ad impastare fino ad ottenere la classica sabbiatura della farina: il burro verrà assorbito dalle polveri e l'aspettò sarà simile a sabbia bagnata. A questo punto unite i tuorli ed impastate velocemente. Ottenuto il vostro panetto compatto, avvolgetelo in pellicola e ponetelo in frigorifero per almeno mezz'ora.
Intanto potete preparare la crema pasticcera, o crema gialla: in una terrina versate i tuorli e lo zucchero e con una frusta lavorate il tutto fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete l'amido e continuate a lavorare bene con la frusta. In un tegamino fate scaldare il latte e la panna. Al bollore versate dentro il composto di tuorli e zucchero, l'aroma scelto e continuate a mescolare, a fiamma attenuata, per un paio di minuti fin quando la crema non si sarà addensata. Versate la crema in una terrina e coprite con pellicola, oppure fatela raffreddare continuando a girare così eviterete che si formi uno strato secco sulla superficie della crema pasticcera.
Preriscaldate il forno a 180°C e riprendete la pasta frolla dal frigorifero, stendetela in foglia sottile un centimetro con il mattarello. Con la frolla foderate uno stampo da crostata da 28-30 cm, sia fondo che bordi. Praticate dei buchi con i rebbi di una forchetta così da evitare che la frolla lieviti o faccia bolle, per lo stesso motivo coprite la crostata con carta alluminio e su questa disponete del sale grosso. Infornate in forno già caldo per 25-30 minuti.
Attendete che la base di frolla per la crostata si raffreddi, che la crema pasticcera sia fredda e preparare la vostra gelatina quindi montate la torta: sulla base disponete la crema, sulla crema disponete la frutta fresca e le amarene, su tutta la crostata spennellate la gelatina per lucidare e isolare la frutta da possibile ossidazione.

lunedì 11 aprile 2011

Torta rustica di mele e tea a merenda


Il té nero è forse quello più diffuso oggi, definito così per via della particolare colorazione rosso-bruno assunta dalle foglie alla fine del processo di essiccamento, ma originariamente era prodotto solo in Cina. In effetti se tento di rammentare il sapore del té legandolo alla mia infanzia, per me è decisamente nero, mentre il té verde sembra affacciarsi nei miei ricordi solo in data successiva. Oggi il té nero si produce in tutto il mondo e il Lady Grey Tea della Twinings proviene proprio dalla Cina ed è delicato, profumato e presenta note d'agrume: bergamotto, arancia, limone.
Questa la miscela che ho scelto per il mio pomeriggio di inizio settimana, per augurarvi una dolce ripresa delle attività, per riuscire a cominciare con serenità e più grinta la settimana che ci attende. Dolce, grazie ad una fetta di torta di mele dal gusto rustico e deciso, sereno momento davanti ad una tazza fumante.

La tazza che ho utilizzato è un gentile omaggio di CHS Group!

Ingredienti per la torta rustica di mele:
125 gr. di Burro
100 gr. di Zucchero
1 bustina di Vanillina
1 bustina di Lievito in polvere
2 Uova intere
1 presa di Sale
220 gr. di Farina 00
5 cucchiai di Latte

2 Mele gialle
1 cucchiaio di Zucchero di canna
1 Limone, il succo

1 cucchiaio di Zucchero a velo per decorare

Nota: questo impasto rustico si sposa bene un po' con tutta la frutta di stagione, presto proverò anche con le prugne, avevo già sperimentato la preparazione con una meravigliosa torta di pesche e il risultato è... da provare!


Vi racconto il “come fare”:
Il burro, il latte e le uova devono essere a temperatura ambiente, quindi almeno mezz’ora prima di iniziare la preparazione della torta provvedete a prelevarli dal frigorifero.
Mondate le mele e tagliatele a spicchi non troppo sottili, immergete questi nel succo di limone e cospargete su tutto lo zucchero di canna e lasciate riposare, intanto preriscaldate il forno a 180°C e procedete alla preparazione dell'impasto.
Montate a crema il burro ammorbidito con lo zucchero e la bustina di vanillina. Aggiungete le uova, una per volta continuando a sbattere il composto con una frusta. Aggiungete la piccola presa di sale e la farina setacciata che andrà alternata al latte e, per ultimo, aggiungete il lievito. Continuate a mescolare energicamente fino ad ottenere un composto morbido e cremoso in cui tutte le polveri risultano ben amalgamate e senza grumi. Imburrate e infarinate una teglia da 24 cm di diametro e versatevi dentro il composto per la torta, decorate la superficie del dolce con i tocchetti di mele zuccherate, versando sopra anche l'eventuale succo di limone rimasto, quindi cuocere in forno già caldo per 45 minuti. Quando la torta sarà cotta, sfornare e lasciate raffreddare quindi cospargete la superficie con zucchero a velo.

domenica 10 aprile 2011

Carciofi con cipollotti scalogno e il Capo


Capita spesso ormai di sentire la necessità di stare all'aria aperta. Uscire non è più soffrire il freddo o doversi imbacuccare tra sciarpe, cappellini e cappotti, così i mercati con i loro profumi, quelle voci concitate e cantilenanti, la voglia di mangiare verdure appena colte, ricominciano ad avere grande attrattiva per me e il buongustaio.
Tra le bancarelle della Vucciria, il mercato di cui già vi accennai prima dell'uscita del mio articolo in tema su Scelte di Gusto, il giornale per cui lavoro, abbiamo trovato pezzi di storia mentre al Capo, il secondo mercato storico da noi visitato per ripercorrere le vie del gusto, abbiamo trovato una grande umanità. Prezzi contenuti, tanta onestà ed esercenti pronti a regalare ortaggi agli indigenti.
Lo racconterò in seguito, per il giornale e diffusamente, mentre l'unico scorcio che vi lascio oggi sono fotografie e una ricetta facile e veloce. Una ricetta che ha legami forti, indelebili, con la terra e che racconta nel suo gusto i colori del Capo.


Ingredienti:
4 Carciofi
100 g di Provola piccante
6 Cipollotti scalogno
Olio evo, Sale, Pepe, Zucchero e Aceto balsamico


Vi racconto il “come fare”:
Pulite i carciofi privandoli delle foglie più dure, delle punte spinose e tagliateli a metà, allontanate la barbetta in modo da pulire bene la parte centrale cava. Mondate i cipollotti scalogno privandoli delle foglie più esterne e metteteli da parte. Il formaggio scelto, nel mio caso provola piccante, andrà ridotto a cubetti e tenuto da parte. In una larga padella dotata di coperchio, fate scaldare un filo d'olio d'oliva e adagiate sul fondo i carciofi, con faccia in giù, coprite e lasciate cuocere 10 minuti circa o fin quando i rebbi di una forchetta non riescano a penetrare la polpa. A questo punto girate i carciofi, faccia in su, spolverizzateli di sale e pepe e riempite la parte cava con i cubetti di formaggio. Coprite la padella e fate cuocere ancora qualche minuto fin quando il formaggio non si sarà fuso. Togliete i carciofi dalla padella e adagiateli su un piatto da portata. Il fuoco resta acceso e in padella mettete ancora un filo d'olio, quindi trasferite in cottura i cipollotti. Lasciateli rosolare per bene, ci vorranno almeno 5 minuti, e nel frattempo preparare una tazzina con dentro due cucchiai di aceto balsamico e due cucchiaini di zucchero, mescolate. Quando i cipollotti saranno appassiti, aggiungete in padella la miscela di aceto e zucchero e lasciate sfumare e caramellare. Utilizzate i cipollotti agrodolce per condire e accompagnare i carciofi.

venerdì 8 aprile 2011

Muffin gluten free alla marmellata di arance amare


Quando ero bambina mi concedevo il lusso di gusti assurdi, nonna mi lasciava fare e con mio fratello talvolta si faceva a gara a chi mangiava più lento… mi ricordo il fastidio dell’altro, da bravo mangione in erba, quando il secondo riusciva a farsi durare di più la merenda indispettendo il primo con i suoi piccoli morsi di gusto. In genere finivo io per seconda, ero fastidiosa e petulante come una zanzarina! Mi ricordo i pomeriggi nel salone della nonna a guardare i cartoni: “Anna dai capelli rossi ha un cappello sulle ventitre e due occhi limpidi e un mare di lentiggini… Anna dai capelli rossi va, vola e va come una rondine, però un nido non ce l’ha, non ha una mamma ne un papà”. Canto ricordando quei pomeriggi e sorrido, ma quanto erano tristi e strappalacrime certi cartoni e quante lotte sulla scelta di quello da vedere: da femmina o da maschio? Ma a me Mazinga Z piaceva tanto comunque. Mi manca mio fratello, mi mancano le marachelle e la complicità, intrisa di naturale gelosia, di quando da piccoli facevamo capanna con le lenzuola e a gara con le macchinine telecomandate. Mi mancano fetta pane al burro, cosparsi di zucchero, e i gusti assurdi, dolcemente atroci, di pane con nutella e marmellata… ebbene si, mescolavamo le due cose in un unico panino e mostravamo manine e bocche appiccicose di merende. Poi sono arrivate adolescenza, incomprensione e scelte di vita diverse, ma questa è un’altra storia e oggi voglio chiudere rassicurando voi che mi seguite: i miei gusti si son raffinati. La marmellata non la impasto più con nulla e se la scelgo amo quella d’arance amare!



Per soddisfare la mia voglia di marmellata, nel donare un cuore morbido ai Muffin, mi sono rivolta alla dispensa e a quel barattolo Rigoni di Asiago in bella vista. Ho trovato il prodotto molto, molto valido e anch'esso gluten free! Poi ho regalato un tocco di stile ai dolcetti, tutti in bella mostra sul vassoio rettangolare con anelli della linea Biarritz di Laboratorio Pesaro.

Nota: al posto della Farina Bi-Aglut potete preparare i Muffin utilizzando la stessa quantità di Farina 00, nel caso in cui non siano destinati a golosi celiaci.

Ingredienti:
150 g di Latte
120 g di Burro
60 g di Zucchero
2 uova intere
300 g di Farina Bi-Aglut
1 bustina di Lievito per dolci (assicuratevi che sia glutenfree!)
1 pizzico di Sale
Aroma, nel mio caso la scorsa grattugiata di una Arancia

Per farcire:
Marmellata al gusto preferito, la mia è di arance amare della Rigoni di Asiago



Vi racconto il “come fare”:
Il burro da usare dovrà essere morbido, il latte e le uova meglio se a temperatura ambiente così da facilitare la lievitazione. Montate a creme ben ferma e lisca il burro con lo zucchero e la scorza dell'agrume scelto (o se preferite la vanillina). Aggiungete le uova, una per volta, e lavorate con la frusta fino a completo assorbimento di queste, il composto deve risultare ben amalgamato. In una ciotola a parte, setacciate la farina con il lievito e aggiungete poco per volta questa miscela all'impasto, alternando un cucchiaio di farina ad un poco di latte, lavorando ancora con la frusta fino ad incorporare tutti gli ingredienti. Ottenuto l'impasto, riempite i pirottini: mettete dentro le formine un cucchiaio di impasto, due cucchiaini di marmellata (per creare il cuore del muffin) e poi ancora un cucchiaio di impasto. Riempite i pirottini per i ¾ ovvero fino quasi al bordo così che i muffin dopo cotti presenteranno la classica “calottina” esterna. Infornate in forno già caldo a 180°C per 25 minuti circa.

Preparazione con il Bimby:
Mettere nel boccale il latte e riscaldare: 2 min. a 37° Vel.1
Mettere nel boccale il burro, lo zucchero e le uova e miscelare: 20 sec. Vel.4
Mettere nel boccale la farina, il lievito e il sale e amalgamare: 15 sec. Vel.5
Una volta pronto l’impasto procedere come descritto sopra con la composizione dei pirottini.

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mercoledì 6 aprile 2011

Tramezzino all'italiana e pane di kamut in cassetta



Kamut, nell'antico Egitto con questo termine veniva indicato il grano ed il pane che oggi ne deriva è molto simile al nostro eppure il sapore appare più rustico, ricercato, più naturale. Sarà perché scoprire sapori nuovi ci induce ad apprezzarli oltremodo, o solo perché in verità questo cereale ha grandi proprietà organolettiche, fatto sta che il pane di Kamut è una realtà che prende piede più che mai, oggi fa tendenza, e in ricordo di un periodo felice noi ci siamo deliziati nel gustarlo in cassetta.
Un viaggio di nozze in Egitto, un paese che tra tutti merita rispetto, attenzione, merita pace, serenità e uno sguardo attento verso un popolo orgoglioso che affonda radici in dinastie che hanno creato e distrutto tutto.
Mi sono resa conto, passeggiando per il Museo Egizio del Cairo, circa un anno e mezzo fa, che davvero la nostra invenzione si ferma alla pura fantasia, o fantascienza: gli Antichi Egizi insegnano ancor oggi con la maestosità delle loro opere e con l'ingegno delle trovate. Suppellettili, oggetti, gioielli, cura personale, indumenti intimi, noi non abbiamo inventato nulla... solo copiato.



Ed io tento di ricopiare il gusto del loro pane e lo modifico per le mie esigenze di tramezzino. Il Kamut ha meno forza delle nostre farine, meno glutine e quindi stenta a lievitare però tale fastidio può essere ovviato in due modi. La preparazione con il lievito madre oppure una preparazione a breve lievitazione e con l'aggiunta di un grasso, nel mio caso burro e non olio. Ho scelto di fare il pane in cassetta per provare la mia nuova cassettina con coperchio e perché con questa ricetta, battezzata tramezzino all'italiana per la presenza dell'uovo sodo che mi fa tanto pensare al nostro bel Paese, voglio ricordare la bella stagione, i bei momenti vissuti e riempire il paniere del mio pic nic virtuale tra obelischi, statue, mummie e piramidi.

Ingredienti per il pane in cassetta:
500 g di farina di Kamut
240 g di Latte (o acqua)
5 g di Lievito di birra secco
30 g di Zucchero grezzo di canna
30 g di Burro
10 g di Sale

Ingredienti per il tramezzino:
2 Fette di pane in cassetta
Maionese con aceto balsamico, Cascina San Cassiano
1 Uovo sodo
Pepe verde macinato al momento
2 foglie di Lattuga



Vi racconto il “come fare”:
Preparate il pane in cassetta come segue: riscaldate il latte, dovrà essere tiepido e non bollente, sciogliendovi dentro il burro, lo zucchero e il lievito disidratato. Disponete la farina sulla spianatoia e aggiungete il sale, fate la classica fontana e praticate un buco al centro quindi iniziate ad aggiungere il latte con i restanti ingredienti già sciolti dentro. Impastate il tutto fino ad ottenere un panetto compatto e liscio. Lasciate lievitare 30 minuti. Oleate uno stampo a cassetta (dimensioni 30x12x10), dividete il panetto in tre parti uguali dalle quali dovrete ottenere tre palline. Posizionate le palline di impasto dentro lo stampo, chiudete il coperchio (o coprite con un canovaccio se il vostro stampo non è dotato di coperchio) e lasciate lievitare altri 30 minuti o comunque fino al raddoppio di volume. Infornate in forno caldo a 180°C per 30 minuti circa, con la cassettina coperta.
Appena il pane sarà freddo, affettatelo, tostatelo e componete il tramezzino usando due fette di pane. Spalmate sulle fette di pane la maionese, distribuite su una fetta l'uovo, il pepe, la lattuga e coprite con la restante fetta.

Ricetta con il Bimby:
Mettete nel boccale il latte, lo zucchero, il burro e il lievito – 1 min. 37°C Vel. 3
Aprite il coperchio e aggiungete la farina e il sale – 3 min. Vel. Spiga
Ottenuto l'impasto si prosegue come descritto sopra con i due tempi di lievitazione a 30 minuti.

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lunedì 4 aprile 2011

Pasticcini di frolla montata e crema al pistacchio per il tea a merenda



Dei pasticcini che in ogni bar, pasticceria e panificio di Palermo non mancano mai, vengono definiti semplicemente dessert o pasticceria assortita e fanno parte di quel nucleo di dolcetti che nella mia città si usa presentare in vassoi adorni anche d’altro, quando la festa è vicina e la voglia di strare insieme spinge a comprare il dopo pranzo da portare. Li ho sempre adorati e se tento di risalire al perché, approdo solo a ricordi infantili: da bimba erano quelli su cui concentravo l’attenzione quando mi veniva messo il vassoio sotto il naso ed ero esortata a scegliere. E mi fanno pensare alla primavera, alle gite fuori porta, alle visite in case di villeggiatura d’altri e nostra, al tempo che volge al bello e consente di riscoprire la mobilia di quei luoghi destinati solo alle vacanze e ai fine settimana di primo sol leone.



Comperare dolcetti che si amano tanto è un po’ una sfida perché non sai mai se ti piaceranno davvero. Il verde della farcitura dovrebbe essere pasta di pistacchi eppure in certi posti, guardando al risparmio e all’imbroglio, viene sostituita con una semplice crema al burro (peggio ancora margarina) colorata che di pistacchi non narra nemmeno l’ombra del sapore. Così quando il buongustaio me li ha chiesti, quelli veri, io non ho potuto fare a meno di studiare la ricetta per per poterli ricreare homemade.




Vi propongo i miei pasticcini di frolla montata e crema al pistacchio, in una frolla in bianco e nero che si incontra per creare armonia. Li ho sposati al Green Tea and Lemon della Twinings, un Tè verde proveniente dalla Cina e aromatizzato a limone, dissetante e rinfrescante, mi ha permesso di richiamare il gusto del limone che donato alla frolla montata. Infine ho servito i miei pasticcini su un piatto ovale della linea Saint Tropez di Laboratorio Pesaro.

Il centro tavola che vedete con annesso centrino per il posacenere, su cui ho servito il tea, è uno dei regali per il mio contest: i golosi anni '80! Sto lavorando per voi nel cucire, scegliere, creare i premi. Mancano solo 10 giorni, susu SU!

Note:
- La pasta di pistacchi può essere comperata nei negozi specializzati che offrono prodotti di pasticceria, oppure fatta in casa nel caso in cui si possegga un robot da cucina con lame resistenti e una buona potenza. Io ho fatto la mia pasta di pistacchi tritando gli stessi con il Bimby. A differenza delle nocciole, i pistacchi non contengono molto olio quindi tritandoli non si addensano a pasta, per aiutare questo processo ho dunque aggiunto del burro. Per 100 g di pistacchi, 30 g di burro e il risultato è quello che vedete nella foto che segue al numero (1). La crema di pistacchi nella sua preparazione viene descritta di seguito e la consistenza che otterrete è mostrata in foto al numero (3).
- La consistenza della frolla montata deve essere come si vede nella foto che segue al numero (2), ovvero ne troppo molle e nemmeno dura, considerate che i biscotti vengono fatti utilizzando il sac a poche (numeri 4 e 5 della foto). Io mi sono divertita a colorarne una parte di nero con l’aggiunta di una piccola parte di cacao amaro in polvere in sostituzione della stessa piccola parte di farina (esempio su 220 g di polveri: 200 g di farina + 20 g di cacao amaro).



Ingredienti per la frolla montata:
220 g di Farina
1 Uovo intero
150 g di Burro
75 g di Zucchero a velo
1/2 cucchiaino di Lievito per dolci
1 Limone, la buccia grattugiata
1 pizzico di Sale

Ingredienti per la crema di pistacchi:
30 g di Burro
30 g di Zucchero a velo
50 g di pasta di Pistacchi

Decorazione:
100 g di cioccolato fondente al 56% Venchi

Vi racconto il “come fare”:
In una ciotola montate il burro morbido con lo zucchero, aggiungete l'uovo e la buccia grattugiata di limone. Aggiungete, poco per volta, la farina incorporandola con una spatola e per ultimo il lievito per dolci. Trasferite il composto in una sacca da pasticceria con beccuccio a stella (misura 12) e formate dei biscotti allungati, tondi o a forma di “s” (queste le forme caratteristiche) su una teglia umida ricoperta da carta forno. Inumidire la teglia prima di posizionare la carta da forno serve a non far spostare questa quando, con il beccuccio a stella, andremo a realizzare i nostri biscotti. Infornare in forno già caldo a 200° per 8 minuti. Preparate la crema di pistacchi montando il burro morbido con lo zucchero e aggiungendo la pasta di pistacchi. Se desiderate una crema più consistente potete aggiungere della farina di mandorle, per le quantità indicate ne basterà un cucchiaio. Io invece ho trasferito la pasta di pistacchi in frigorifero per farla addensare così da lasciare immutato il gusto prevalente di pistacchio. A bagnomaria sciogliete il cioccolato fondente da copertura io ho utilizzato la mia tavoletta Venchi. Una volta fuso il cioccolato, procedete a montare i pasticcini. Su una metà distribuire la crema di pistacchi e coprire con l’altra metà quindi intingere le estremità dei biscotti farciti nel cioccolato fuso. Disporre i biscotti così montati su un vassoio coperto da carta da forno e passare in frigorifero per il tempo necessario a far rassodare nuovamente il cioccolato.

Con le dosi indicate vengono circa 15 biscottini farciti, ma non li vedrete nemmeno perché spariranno in pochi bocconi e in un baleno!

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venerdì 1 aprile 2011

Cornflakes Biscuit


E chi l’ha detto che la dieta deve cominciare di lunedì? Che sarà mai sconvolgere le regole dei golosi patentati, io la numero uno, se il lunedì in questione non arriva mai, mai si fissano date vere quando c’è da rinunciare a peccati di gola e ludiche intenzioni, se il venerdì ci si alza con il piede giusto e la luna, che pareva storta, si raddrizza nell’illuminare la notizia: sono a calorie limitate, a chilometraggio controllato, a carburante risicato. Insomma, da oggi e per i prossimi 15 giorni mi depuro nel modo più aggressivo: via dolciumi, pasta, pizza e lievitati, via il piacere della tavola e largo a fame, nervosismo e muso duro. Questi biscotti sembravano presagirlo quando mi decisi a farli. Avevo in dispensa tanti di quei cereali da non saper che fare, così pensai a loro. Niente lasciava presagire che presto avrei ripreso in mano quella dieta e già preparavo biscotti dietetici come i Cornflakes Biscuit e la mia rivisitazione per realizzarli con il bimby.

P.s. PdM continua a cucinare per la family per cui al momento a dieta solo io, il mio blog continua a sfornare! Buon fine settimana.

Ingredienti:
250 g Cornflakes
2 Uova a temperatura ambiente
130 g di Zucchero
40 g di Burro
1 pizzico di Sale
1 Limone, la buccia grattugiata
1 cucchiaino di Lievito per dolci

Accessori utili:
Coppapasta e Carta da forno

Nota all'etichetta: Ricette Senza - Ricetta senza Grano (i  Cornflakes sono fiocchi di mais!!)


Vi racconto il “come fare”:
Separate i tuorli dagli albumi e montate questi a neve: versate nel boccale, munito di farfalla, i due albumi e un pizzico di sale chiudete il coperchio e lavorate 2 minuti a 37°C velocità 4. Versate gli albumi a neve in una terrina e continuate, non è necessario lavare il boccale. Versate nel boccale, senza la farfalla, i tuorli, lo zucchero, il burro, l’aroma scelto (per me la buccia di limone) e il lievito, lavorate 2 minuti a 37°C velocità 2. Poi versate nel boccale i cornflakes e gli albumi a neve, lavorate 3 minuti, rotazione antioraria, velocità 1. Dall'impasto così ottenuto ricavate dei dischetti, versando a cucchiaiate l'impasto sulla placca da forno foderata da carta da forno o aiutandovi con un coppapasta. Cuocete in forno preriscaldato a 150°C per 15 minuti.