Il marzapane nella nostra cultura popolare veste i panni di un dolce dalle mille forme che si adatta alla ricorrenza, che si piega ad un nome più confidenziale, martorana, ed è frutta nel periodo dei morti ed è pecora nel periodo pasquale.
La festa di tutti i santi viene seguita dalla commemorazione dei defunti, il 2 di novembre, e per noi siculi nasce una ricorrenza, non solo di natura cattolica, molto sentita: durante la notte di ognissanti si narra ai bimbi che i defunti della famiglia, ovvero i cari estinti e sempre menzionati nei ricordi, lascino dei regali per loro ovvero “il piatto” e dei giocattoli. Il piatto dei morti è una cesta ricca di frutta secca e dolciumi tipici del periodo e quasi tutti biscotti, sormontati dalla frutta di martorana e dalla pupaccena, il pupazzo di zucchero. Quante volte da piccola ho chiesto ai morti dei regali…!? Mi hanno sempre accontentata!
Le nostre tradizioni vanno difese, sono ricche di storia, di cultura, ci avvicinano alla famiglia mentre le “americanate” lasciamole coltivare agli altri, se posso permettermi di esprimere un parere.
Nella casetta di marzapane non si festeggia Halloween, perché è una festa non nostra e per noi è senza storia; da che sono al mondo i morti mi hanno sempre portato il piatto! Quest’anno li ho aiutati preparando per loro la frutta di martorana.
Ultima precisazione, per il marzapane esistono due ricette e due preparazioni: con e senza albume, a caldo o a freddo. Io vi riporto la versione senza albume crudo e a freddo.
Ingredienti:
600 gr di Mandorle pelate
400 gr di Zucchero a velo
1 fialetta di essenza di Mandorle amare
1 cucchiaio di Glucosio (QUI la ricetta)
1 tazzina di acqua
Per decorare:
Colori alimentari in polvere
Pennelli
Lucido alimentare
Esecuzione:
Tritare finemente le mandorle pelate, nel caso in cui non possedete strumenti idonei all’esecuzione di questa fase potete comperare direttamente la farina di mandorle.
Ottenuta la vostra farina, versatela in una terrina capiente e miscelatela con lo zucchero a velo, incorporate il cucchiaio di glucosio e sciogliete nella tazzina d’acqua la fialetta di essenza. Usate l’acqua della tazzina per impastare gli ingredienti, lavorate l’impasto solo con la punta delle dita e solo quando l’acqua verrà assorbita dalla farina iniziate a lavorare il tutto con più energia. Se l’impasto risultasse friabile, o la farina non del tutto assorbita, aggiungete molto gradatamente ancora piccole quantità di acqua.
Il vostro panetto di marzapane è pronto, potete dargli le forme desiderate, usando le formine in gesso o solo la vostra abilità manuale, quindi lasciate asciugare per mezza giornata.
Procedete alla decorazione dei pezzi di marzapane con pennello e colori alimentari. I colori in polvere vengono sciolti in acqua e usati come i colori a tempera. Terminata questa fase, lasciate asciugare i vostri dolcetti per un giorno quindi procedete alla lucidatura.
La festa di tutti i santi viene seguita dalla commemorazione dei defunti, il 2 di novembre, e per noi siculi nasce una ricorrenza, non solo di natura cattolica, molto sentita: durante la notte di ognissanti si narra ai bimbi che i defunti della famiglia, ovvero i cari estinti e sempre menzionati nei ricordi, lascino dei regali per loro ovvero “il piatto” e dei giocattoli. Il piatto dei morti è una cesta ricca di frutta secca e dolciumi tipici del periodo e quasi tutti biscotti, sormontati dalla frutta di martorana e dalla pupaccena, il pupazzo di zucchero. Quante volte da piccola ho chiesto ai morti dei regali…!? Mi hanno sempre accontentata!
Le nostre tradizioni vanno difese, sono ricche di storia, di cultura, ci avvicinano alla famiglia mentre le “americanate” lasciamole coltivare agli altri, se posso permettermi di esprimere un parere.
Nella casetta di marzapane non si festeggia Halloween, perché è una festa non nostra e per noi è senza storia; da che sono al mondo i morti mi hanno sempre portato il piatto! Quest’anno li ho aiutati preparando per loro la frutta di martorana.
Ultima precisazione, per il marzapane esistono due ricette e due preparazioni: con e senza albume, a caldo o a freddo. Io vi riporto la versione senza albume crudo e a freddo.
Ingredienti:
600 gr di Mandorle pelate
400 gr di Zucchero a velo
1 fialetta di essenza di Mandorle amare
1 cucchiaio di Glucosio (QUI la ricetta)
1 tazzina di acqua
Per decorare:
Colori alimentari in polvere
Pennelli
Lucido alimentare
Esecuzione:
Tritare finemente le mandorle pelate, nel caso in cui non possedete strumenti idonei all’esecuzione di questa fase potete comperare direttamente la farina di mandorle.
Ottenuta la vostra farina, versatela in una terrina capiente e miscelatela con lo zucchero a velo, incorporate il cucchiaio di glucosio e sciogliete nella tazzina d’acqua la fialetta di essenza. Usate l’acqua della tazzina per impastare gli ingredienti, lavorate l’impasto solo con la punta delle dita e solo quando l’acqua verrà assorbita dalla farina iniziate a lavorare il tutto con più energia. Se l’impasto risultasse friabile, o la farina non del tutto assorbita, aggiungete molto gradatamente ancora piccole quantità di acqua.
Il vostro panetto di marzapane è pronto, potete dargli le forme desiderate, usando le formine in gesso o solo la vostra abilità manuale, quindi lasciate asciugare per mezza giornata.
Procedete alla decorazione dei pezzi di marzapane con pennello e colori alimentari. I colori in polvere vengono sciolti in acqua e usati come i colori a tempera. Terminata questa fase, lasciate asciugare i vostri dolcetti per un giorno quindi procedete alla lucidatura.
Lo trovo bellissimo il marzapane! fa sempre scena, io non lo mangio perchè è un po' troppo zuccherino per i miei gusti. sei stata bravissima
RispondiEliminaBelli!
RispondiEliminaE poi questi stampini, deliziosi!
Io non lo mangio molto...ma ho in casa chi lo divora!
Un bacio buon we :D
caspita bravissima!!!!che spettacolo!!mi puiacerebbe molto farli ma mi manca tutto..stampini coloranti in polvere e il lucido!!
RispondiEliminacmq davvero complimenti!!!
@Zucchero e Farina: Ciao cara, sai che anche io prima non lo amavo molto? Ho cominciato a fare il marzapane in casa per ristabilire l'equilibrio tra gusto di mandorla e zucchero. La ricetta dovrebbe essere pari dosi mentre io uso più mandorle e poi quello di pasticceria è sempre più dolce, se provi a farlo in casa vedrai!
RispondiElimina@Cranberry: Buon fine settimana anche a te ^_*
Tì
ehi ma li hai fatti tu? sono bellissimi davvero :)) che brava che sei.
RispondiEliminabacioni
pure io pure io la faccio...e quest'anno l'ho fatta piccina piccina...poi ti faccio vedere.
RispondiEliminaUn bacio bedda.
Complimenti per questo post!!! Lo condivido su tutti i punti, le nostre tradizioni vanno tramandate!!
RispondiEliminaBellissimo questo marzapane..
Un caro saluto!!
Per metà sicula, non posso non amare i fruttini di martorana. Li mangio da quando sono bambina, e ricordo di essermi svegliata una mattina con il letto pieno di regali dai morti.
RispondiEliminaI tuoi hanno davvero un ottimo aspetto, io punto sempre su mele, mandarini, perchè sono più semplici da realizzare, ma quelle formine...sono una meraviglia!
Bravissima!
Serena
Io rimango sempre a bocca aperta davanti a queste cose: uno, perche sono buone e due, perche sono troppo belle!Complimenti!
RispondiEliminaTiziana sono bellissimi questi frutti di martorana, bravissima! Hai ragione le nostre amate tradizioni vanno difese e divulgate! Nella mia famiglia d'origine in Veneto l'unica cosa dolce che si mangiava in questi giorni dei morti erano le castagne cotte nella padella sopra la brace e di solito si beveva vino novello!Un abbraccio e buon fine settimana
RispondiEliminaopps ho sbagliato a scrivere...frutti di marzapane
RispondiEliminaComplimenti, sono bellissimi!!! e io adoro il marzapane!
RispondiEliminaCiao!
ma che belli!!!!...bravissima!
RispondiEliminaI dolcetti di marzapane mi hanno sempre affascinata moltissimo, fin da piccola. Sarà stato pr quei colori così sgargianti. Li trovo bellissimi. Bravissima.
RispondiEliminaUn bacio
Che bontà!
RispondiEliminaMa che bontà, concordo... :-)
RispondiEliminaUna meraviglia. Amo la Sicilia e la sua pasticceria che ho conosciuto fin da ragazzo perché il bar più prestigioso di Taranto era stato fondato da un pasticciere catanese di nome Cav. Messinese, che creò una scuola di pasticceria siciliana con tutte le sue eccellenze. Il territorio di Taranto, ricchissimo di eccellenti mandorle, grassi greggi di pecore, fichi eccezionale, ecc... lo aiutò molto ad esprimersi e ci onò la sua cultura che continua a perpetuarsi.
RispondiEliminaGrazie Mimmo, sia per il tuo amore manifesto per la mia terra... che per il racconto, approfondirò, mi interessa molto conoscere la storia della nostra tradizione emigrata :)
RispondiEliminaTiziana
Ciao, anche io vorrei provare questa ricetta e ho sempre adorato il marza pane ma, volevo chiederti, se voglio preparare in anticipo l'impasto, quanti e come posso conservarla ? Grazie!
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