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mercoledì 23 febbraio 2011

Cuor di cioccolato con ganache al fondente


Così come scrivo in chiosa alla mia ricetta, lasciate riposare in frigorifero prima di gustarla e attenzione, crea assuefazione!
Un mare di cioccolata, da leccarsi le dita, da rallegrare la vita in giornate piene di tutto, vuote d’amore. Interagire con il mondo presuppone piccole e semplici regole: la buona educazione è tra queste e il saluto non si nega, mai.
Da leccarsi le dita, da rallegrare la vita di chi, per irresponsabile scelta, tiene il muso anche davanti ad una mano protesa.
Regalerei cioccolata a tutti in questi giorni, reduce dall’aver realizzato che quella buona creanza non si compra in negozi di lusso, che non ci si veste d’orgoglio peccando, che democrazia vuol dire anche parlare e ascoltare, esprimere e manifestare, laddove sussiste un disagio. Oggi la gente, quella che frequento per laborioso dovere, ha compreso che quanto ho da dire lo dico, che non mi vesto di ipocrisia e saluto, con una stretta di mano saluto. Comunicare è ricordarsi di salutare, anche se non te lo hanno insegnato.

Un cuore di cioccolata, da leccarsi dita e ferita, da rallegrarsi la vita in questa giornata, a chi s’è dimenticato la buona creanza e di triste parvenza ammanta anima sua, vestendo a festa la mia.

Sono come quella ciliegia spersa in un mare di cioccolata, una nota stonata, il sorriso sul viso anche quando fa freddo, nessuna paura: le rughe d’espressione rendono affascinanti e più vere. Una ciliegia che sa il fatto suo, in un sapore dolce e acido insieme, che esprime parere, che sa destreggiarsi tra onde d’umore e di scuro colore. Il cioccolato, affascinante, seducente, crea assuefazione… la ciliegia non mente, può non piacere, ma non si scorda ne finge!

E in “edo ergo sum” il Contest di Elena, al quale partecipo con un piacere doppio dettato dall’essere conterranee, ho deciso di presentarmi così: una ciliegia candita!


Ringrazio Venchi che con il gradito omaggio, in questa collaborazione dolcissima, mi ha spinto a creare questo tripudio di cioccolata… ringrazia anche il buongustaio, era felice come una pasqua gustando il mio cuore.

Ingredienti per la torta:
4 Uova
150 g di Zucchero
1 bustina di Vanillina
½ bustina di Lievito per dolci
1 pizzico di Sale
70 g di Farina 00
50 g di Fecola di patate
30 g di Cacao amaro
100 g di granella di pistacchio
100 g di Burro

Ingredienti per ripieno e copertura:
50 g di Cioccolato Fondente al 75% Venchi
200 g di Cioccolato Fondente al 56% Venchi
200 ml di Panna fresca


Vi racconto il “come fare”:
Separate i tuorli dagli albumi. Sbattete i tuorli, per montarli a schiuma, con 4 cucchiai di acqua calda e aggiungete gradatamente 100 g zucchero, la vanillina e il pizzico di sale, fino ad ottenere una massa cremosa. Montate a neve ben ferma gli albumi e aggiungete lo zucchero rimasto. Incorporate gli albumi a neve alla crema ottenuta con i tuorli, utilizzando una spatola e tentando, con movimenti decisi dal basso verso l’alto, di non smontare i due composti. In una terrina, a parte, mescolate la farina setacciata alla fecola di patate, al cacao amaro, al lievito e alla granella di pistacchio. Aggiungete le polveri al composto ottenuto con le uova e mescolate per bene senza smontare il tutto. Aggiungete per ultimo il burro liquefatto da freddo o tiepido, non caldo. Imburrate e infarinate uno stampo a cerchio apribile da 26 cm di diametro, trasferite nello stampo il composto e infornate a forno preriscaldato alla temperatura di 175°C per 30 minuti circa. Trascorso questo tempo, controllate la cottura della torta con uno stuzzicadenti e se risulta ben asciutta, sfornatela e lasciatela raffreddare su una gratella.
Preparate la ganache al fondente che utilizzerete come copertura: mettete la panna fresca in un pentolino e portate sul fuoco. Intanto spezzettate il vostro cioccolato a tocchetti. Quando la panna arriva a bollore, spegnere il fuoco e immergervi dentro i pezzetto di cioccolato. Lasciate riposare un paio di minuti quindi mescolate la ganache con una frusta a mano o con una spatola fino a completo scioglimento del cioccolato nella panna. Lasciate raffreddare la crema, poi passate in frigorifero per un paio d’ore e se desiderate un effetto più delicato e spumoso, trascorse le due ore potete montare leggermente la crema con una frusta elettrica.
A questo punto io ho ritagliato, con apposita forma, la torta a cuore, ma potete tranquillamente lasciarla della forma regalata al dolce dalla teglia usata. Tagliate la torta in due parti. Sullo strato inferiore versate la ganache al fondente, coprite la farcitura con lo strato superiore della torta. Fondete a bagnomaria il cioccolato rimasto e utilizzate questo come copertura del vostro dolce che a questo punto può essere decorato a piacere. Io ho utilizzato ciliegie candite, zuccherini e zucchero di canna. Lasciate riposare in frigorifero prima di gustarla e attenzione, crea assuefazione!
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martedì 22 febbraio 2011

Cocotte di verdure e pollo in crosta


Un nome complicato per un piatto semplicemente unico. Il pollo, le verdure a contorno e la crosta di simil pane permettono di gustare questa cocotte senza altro tipo di accompagnamento. Il desiderio di cimentarsi in un piatto nuovo ha dato vita a questa cocotte e si colloca in quella mia ricerca di gusti anni ottanta che mi ha spinto prima a proporvi la mia raccolta e poi a provare io stessa ricette di un passato mai tramontato; e nasce anche dal desiderio di utilizzare un dono prezioso, una pirofila della linea montefeltro molto ben fatta che una bellissima collaborazione con Laboratorio Pesaro mi ha permesso di avere tra gli utensili della mia cucina, tra quelli più cari, tra quelli che fremono nella mia fantasia per farsi usare, immolare alla ricerca di gusti nuovi e nuovi odori in casa marzapane.

Nota: la ricetta fa parte della grande enciclopedia di cucina Curcio, la raccoglierò tra le mie ricette vintage, ma è d'obbligo specificare che all'originale ho apportato alcune modifiche e la più sostanziosa sta nella scelta della carne: ho usato pollo quando si consigliava maiale. Per chi volesse cercare l'originale la troverà sotto il titolo di Byron Pie, una ricetta targata Inghilterra.

Ingredienti per il ripieno:
500 g di filetti di Pollo
1 spicchio di Verza
1 Carota
2 Patate medie
2 Cipolle
1 costa di Sedano
3 mestoli di Brodo di carne
30 g di Farina 00
40 g di Burro
Sale e Pepe q.b.
1 pizzico di Maggiorana

Ingredienti per la crosta:
150 g di Farina 00
70 g di Strutto
3 cucchiai di Acqua
½ cucchiaino di Sale


Vi racconto il “come fare”:
Portate a bollore il brodo di carne e intanto fate sciogliere il burro in una casseruola. Quando il burro si sarà sciolto, aggiungete la farina e mescolate bene, con una frusta, fino a che non si sarà incorporata. La farina si deve dorare, a questo punto aggiungete il brodo e mescolate, amalgamando il tutto. Condite con sale e pepe e fate cuocere per 7 minuti a fiamma moderata. Intanto tagliate a listarelle la carne di pollo e poi sminuzzate tutte le verdure a vostra disposizione. Versate la carne e le verdure a dadini nella salsetta fatta con il brodo e mescolate il tutto, quindi cuocete ancora per 5 minuti a fiamma bassa. Condite con la maggiorana, lasciate raffreddare quindi trasferite il tutto dentro la vostra cocotte o pirofila da forno. Mettete da parte e intanto preparate la copertura. Mescolate in una terrina la farina con il sale e con i fiocchetti di strutto, aggiungete l'acqua e impastate velocemente fino ad ottenere un panetto liscio e sodo. Spolverizzate di farina il piano di lavoro e stendete il panetto in sfoglia sottile delle stesse dimensioni della pirofila da forno usata. Adagiate la pasta sopra il ripieno a coprire la pirofila su tutta la superficie, ripiegate i bordi all'interno e con un coltello praticate dei fori in più parti. Scaldate il forno a 180°C e infornate per 30 minuti. Se fosse necessario, ultimate la cottura accendendo il solo grill superiore per lasciare dorare la crosta. A cottura ultimata togliete dal forno e servite nella stessa cocotte.

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giovedì 17 febbraio 2011

Risotto con zucca fiaschetto e salsiccia in onomatopeico ricordo


Tra terra e cielo, sospir d’amore e cuore, il cuore vero d’una zucca rossa di rosso ardore. Cielo adamantino, in quel mattino di ricercata primavera, e vere risuonavano campane in onomatopeico ricordo, accordo d’argentine chitarrine. Rammento suono sordo, per boschi e per sulfuree collinette, frammento d’un rimando a secolari chine, di donne le trenette. E chini i nostri sguardi su guardi in figurine.
Talvolta, me ne dolgo e spero non ve ne dispiaccia più del naturale, la mano mia segua piega e spiega vele d’inconsistente raccontare. Ermetico diviene il divenire e perdermi m’è dolce in melodioso disquisire.

Ho messo su carta e penna virtuale frammenti di sogni, di ricordi che in qualche modo mi collegano a questo piatto e nella consapevolezza che potrei annoiare, vi chiedo venia spingendovi a provare questo risotto zucca e salsiccia dal gusto poetico.

Ingredienti:
350 g di Riso Carnaroli
350 g di Zucca
4 Salsicce (circa 200 g)
Insaporitore Ariosto per carni in umido
½ bicchiere di Vino bianco
1 Cipolla
Olio evo, Sale e Pepe q.b.
20 g di Burro
2 cucchiai di Parmigiano grattugiato
1 cucchiaino di Prezzemolo tritato
1 L di Brodo vegetale

Vi racconto il “come fare”:
Un risotto semplice, ma di grande effetto e dal gusto assicurato. Procuratevi dunque una zucca fiaschetto, tagliatela e ripulitela dei semi all’interno, mondatela e sminuzzate la polpa tagliandola a cubetti di circa un centimetro per lato. Mettete da parte, intanto potrete preparare il brodo vegetale che io ho ottenuto mettendo a bollire un litro d’acqua con dentro gli odori: carota, pomodori, cipolla, sedano e una zucchina. Se non avete tempo sufficiente per preparare il brodo fresco, potrete utilizzare del dado granulare vegetale sciolto in acqua bollente. Private la salsiccia del suo budello ottenendo così solo la polpa di carne di maiale e affettate molto finemente la cipolla. In una casseruola fate scaldare un filo di olio evo e saltatevi dentro la cipolla, quindi aggiungete la polpa di maiale condita con un pizzico di l’insaporitore Ariosto per carni in umido. Lasciate soffriggere la carne per un paio di minuti poi aggiungete in pentola il riso, tostate ancora per un paio di minuti quindi sfumate con il vino bianco. A sfumatura avvenuta, aggiungete la zucca a pezzetti e iniziate a bagnare con il brodo. Procedete con la preparazione del risotto, bagnando con un mestolo di brodo di tanto in tanto. A cottura quasi ultimata, aggiustate di sale e pepe quindi procedete a mantecare il risotto aggiungendo il burro e per ultimo il parmigiano. Spegnete il fuoco, aggiungete il prezzemolo, mescolate e lasciate riposare un minuto prima di servire.

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martedì 15 febbraio 2011

Sfincette golose alla Nocciolata


Tra il dolce e il salato sono naturalmente propensa a scegliere il secondo pur essendo una pecorella che nel marzapane trova sua naturale connotazione, dolce il dire, dolce il sentire, goloso l’agire. Ma tra il dolce e il salato devo scegliere il secondo in questione. I piatti salati li metti a tavola e risolvi le cene, i dolci? Li mangi godendo dell’istante e versando lacrime da coccodrillo pentito e cicciuto. Ma talvolta cedere alle tentazioni è come bearsi di un premio inatteso, edifica il buon umore, appaga la vista, l’olfatto, il gusto e pure il tatto e dell’udito, per non mortificare senso alcuno, si curerà marito quando rincasando ti dirà “tesoro, tu mi tenti e attenti al girovita!”
E tenterò di tentar voi con queste golose sfincettine!

Un grazie particolare a Rigoni di Asiago, una collaborazione alla quale tenevo per svariati motivi: da quando ho scelto Bio la mia vita ha preso una piega di gusto inaspettata e poi la Nocciolata, l’avete mai provata? Non servono parole, l’abbiamo terminata in unica razione!

Ingredienti:
150 g di Farina 00
80 g di Burro
25 g di Zucchero a velo aromatizzato alla cannella
4 Uova
1 Limone non trattato
1 pizzico di Sale
Zucchero semolato per cospargere
Olio di semi per friggere
Crema di cacao per farcire, nel mio caso la Nocciolata di Rogoni di Asiago


Vi racconto il “come fare”:
Versate 200 ml di acqua in una casseruola e unitevi il burro e lo zucchero a velo. Portate sul fuoco, a fiamma vivace, unendo la scorza intera del limone. Attendete che inizi il bollore e spegnete la fiamma quindi allontanate dalla casseruola la scorza di limone e versate, in un’unica soluzione, la farina. Girate con un cucchiaio energicamente per alcuni istanti, poi riportate la casseruola sul fuoco e sempre rimescolando con molta energia, attendete di sentire l’impasto sfrigolare e che questo si stacchi dalle pareti del pentolino. A questo punto spegnete il fuoco e lasciate raffreddare, immergendo per velocizzare il processo la casseruola in una bacinella con dell’acqua, poi aggiungete le uova una per volta all’impasto. Mescolate con molta energia per rendere l’impasto, estremamente compatto, omogeneo e liscio, alla fine aggiungete il pizzico di sale e mettete a scaldare l’olio per friggere. Quando l’olio risulterà ben caldo, prelevate con un cucchiaio delle noci di composto e friggetele facendole ben dorare da tutte le parti. Così fino ad esaurimento del composto. Fate scolare le sfincette su carta assorbente, in modo che perdano l’unto in eccesso, quindi farcitele con la vostra crema al cioccolato, nel mio caso la Nocciolata, cospargete con zucchero semolato e mangiate tiepide.


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lunedì 14 febbraio 2011

Le vie del gusto: Il mandorlo in fiore e la “dolce” clausura


Una giornata particolare, per molti cuori innamorati, quella di oggi nella ricorrenza di un Santo martire al quale si affidano problemi di cuore. Valentino, che forse mai fu innamorato ricambiato, innamora coppie alla sua festa che promette rose e fiori. Ma se son rose fioriranno e tutto l’anno!
Niente cuori sul mio blog, non oggi nel mio tentativo di donare un messaggio in controcorrente: l’amore non segue mode e tendenze, non si piega al consumistico sentir necessità di regalare fiore, ma sboccia ogni dì più forte del precedente se curato, rispettato, nutrito d’armonia, ardore e sincera dedizione. Amatevi semplicemente… costantemente!
Oggi a casa mia non si festeggia un Valentino, ma un bel mattino di nuova vita coniugale. Ieri? Percorrendo insieme il cammino ci siamo ritrovati ancora per “le vie del gusto”: Il mandorlo in fiore a far da contorno e le Suore Benedettine fuori da una grata ingrata ci hanno concesso, pagando il lauto compenso, di gustar dolcetti e tradizione.


Ad Agrigento ogni anno, da 66 per l’esattezza, si festeggia l’avvento dell’anticipata primavera con la sagra del mandorlo in fiore. In effetti i fiori adornavano rami stracolmi ed il sole del mattino ci baciava raccontando bella stagione. Una piacevole esperienza per molti versi, per altri è stata un’avventura.



Quindi nasce spontaneo indurvi a dei consigli per l’uso, destinati a tutti coloro i quali il prossimo venturo avranno la fortuna di ripercorrere questa via: già dalle 10 del mattino le vie d’accesso alla città si trasformano in budelli assimilabili ad una bolgia dantesca e infernale, mi vien da pensare a quella popolosa dei golosi, per cui vi invito ad arrivare presto, mattutini e con grande voglia di scarpinare in salita per oltre un kilometro. Questo abbiamo fatto, perché l’auto si abbandona prima di impelagarsi in un traffico senza ritorno. Giunti alla sommità, in cima la città, potrete godere di una sfilata senza pari. Il folklore di gruppi preparati, festanti e festaioli provenienti da tutto il mondo induce alla danza, allo schiamazzare allegri saluti, alla voglia di fotografare che rompe le righe di una folla non in riga. L’evento merita attenzione, ma gli amanti della manifestazione meritano maggiore organizzazione.

La città sembrava smarrita sotto lo scalpiccio dei presenti, mandrie imbizzarrite senza transenne a far da spartiacque, non pronta ad accogliere l’entusiasmo che da decenni si rinnova attonito e sgomento per la mala organizzazione. Questo però non vi spaventi, sappiate che armandosi di tanta pazienza e voglia di sgomitare assisterete ad uno spettacolo emozionante. Una valle mozzafiato, un tuffo nel passato.
Una gita che si rispetti ripiega sempre e immancabilmente verso il gusto, almeno in casa marzapane e così, lasciata la via, ci avviamo verso un paesino poco distante: Palma di Montechiaro, città del Gattopardo!

Il monastero delle benedettine fu il primo edificio della città, risalente alla prima metà del 1600, donato dal primo Duca Tomasi alle figlie che decisero di farsi suore.
Lo stesso Duca rinuncia ai benefici del titolo decidendo di vivere da eremita, ottenendo lo scioglimento del matrimonio dalla moglie che insieme alle figlie danno vita al primo ceppo di monache benedetti che ad oggi popolano ancora il monastero.
Sono rimaste in nove, ci raccontava una Suora con sguardo triste e un po’ smarrito, due ultraottantenni, una quasi centenaria e le giovani… ultrasettantenni. La Sorella narra la sua storia e un nodo sembra cingerle il petto quando, con triste rassegnazione, ci confida il suo auspicio: “ora la vita è meno dura, quando mi feci suora di clausura non era concesso nemmeno far visita ai genitori sul letto di morte. È tutto cambiato, ho la patente, posso accompagnare le sorelle dal medico quando necessario, eppure… nessuna più sembra sentir la vocazione. Ma il Signore è grande e non permetterà che tutto finisca”.

Questa la testimonianza che ho raccolto, anacronistica, triste speranza che in un modo tanto votato alla condivisione (basti pensare ai molteplici blog che ogni giorno fioriscono narrando la necessità del raccontare) ci sia ancora chi ha voglia di rinunciare a tutto, tutto… per vivere di dolcetti e preghiere!
Le suore benedettine, timide e un po’ schive, donano la loro arte, vendono dolcetti in pasta di mandorle facendoli arrivare alle nostre mani protese attraverso delle grate e una “ruota”, la stessa che tanti neonati ha ospitato nel loro essere abbandonati al destino di orfani rifiutati: un giro nuovo, nessun vagito, il gusto della dolcezza che rinnova antica amarezza.
Questa la via del gusto percorsa ieri.

venerdì 11 febbraio 2011

Pesce del Principato – Ricetta anni ’80 sull’enciclopedia Curcio

Cucina vintage è il tema, o etichetta che dir si voglia, di questa mia prima ricetta narrante anni ’80 e la ricerca di sapori persi nel tempo o rielaborati seguendo le mode in modo così spinto da stravolgere nella sostanza. Di recente ho condotto a casa mia, tra gli scaffali già adorni di riviste e libri della mia cucina, l’enciclopedia Curcio di mia madre, scelta che mi ha indotto a promuovere il mio primo contest e ad aprire una sezione del blog dedicata proprio al vintage.
Apro le danze e con un fuori concorso vi propongo questo Persico dal gustò retrò, dalla fantasia un po’ decadente per il contorno di pomodori ripieni di semplicità. Con questa ricetta partecipo al contest di Valerio e mi auguro di spingere tutti voi a partecipare al mio, il primo che inorgoglisce pecorelle al marzapane sempre alla ricerca di staccionate da saltare.

Nota: L'unica variazione che ho apportato alla ricetta è l'avere sostituito la marinatura al succo di limone con il succo d'arancia, più delicato e piacevole per il mio gusto e l’aver utilizzato olio evo al posto della margarina per friggere il pesce. Il resto è esattamente come da ricetta originale.
Ultima indicazione: al posto di sale e pepe, per aromatizzare il pesce, ho utilizzato l’insaporitore Ariosto.

Ingredienti:
(per 4 persone)
4 filetti di pesce Persico
il succo di un Limone (io arancia)
8 Pomodori
Sale, Pepe bianco
150 g di Piselli fini in scatola (io ho cotto quelli surgelati)
1 cucchiaino di Aneto fresco
8 punte di Asparagi
1 cucchiaio di Pangrattato
30 g di Burro alle erbe aromatiche
50 g di margarina (per me olio evo)
Farina, Pangrattato e un Uovo per la panatura
Prezzemolo e Limone per guarnire (io arancia)

Vi racconto il “come fare”:
Disponete i filetti di pesce su un piatto e irrorateli con il succo di limone (per me l'arancia). Lavate bene i pomodori e tagliate via la calotta superiore. Svuotateli con un cucchiaino, salateli e pepateli leggermente nell'interno. Scolate i piselli e suddivideteli all'interno dei pomodori. Cospargeteli con aneto, adagiatevi sopra le punte di asparagi e spolverizzateli con il pangrattato. Distribuite sui pomodori ripieni il burro alle erbe a fiocchetti e adagiateli in una pirofila unta. Introducete quest'ultima sul ripiano di mezzo del forno già caldo e lasciate cuocere i pomodori per 15 minuti a 220°. Nel frattempo mettete su un piatto la farina, su un altro l'uovo ben emulsionato con un cucchiaio d'acqua e un cucchiaino d'olio e su un terzo piatto il pangrattato. Salate i filetti di pesce e impanateli, rigirandoli prima nella farina, poi nell'uovo frullato e infine nel pangrattato. Fate fondere la margarina in una padella (nota: per la frittura io ho utilizzato olio evo), adagiatevi dentro il pesce e fatelo dorare per 10 minuti da entrambi i lati. Quindi ponetelo su un piatto da portata ben caldo e circondatelo con i pomodori farciti. Lavate e asciugate il limone e il prezzemolo. Affettate finemente il limone (per me l'arancia), dividete il prezzemolo a ciuffetti e disponeteli entrambi come guarnizione intorno al pesce.


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giovedì 10 febbraio 2011

Patate ripiene e gli insaporitori Ariosto

Quando poche sere fa, tornando a casa, mi trovo sul ripiano della cucina un pacchetto ecco che la curiosità, donna decisamente donna, mi spinge a mollare tutto ciò che ho addosso senza curarmene più di tanto. Sciarpa ancora ancorata al collo, borsa abbandonata sul tappeto del salottino, giubbotto mezzo sbottonato e mezzo no, mi fiondo sul pacchetto con il sorriso che le bimbe hanno quando di nascosto (ebbene si, lo facevo) rubano i dolciumi dalla dispensa e se ne saziano prima di cena. Gli insaporitori, ecco che il mio pacchetto mi rimanda sulle mani una serie di bustine che la Ariosto ha voluto omaggiarmi per spingermi a sperimentare, io? Esclamo tutta beata: ‘more, stasera patate al forno!
Detesto rientrare in casa e mettermi a faticare, ma cucinare mai… chissà perché non mi tiro mai indietro anche quando ormai è tardi e sono esausta. Queste patate mi frullavano in testa da tempo e il trovare la bustina adatta dentro il pacchetto in questione mi ha spinto a far di un antipasto golosissimo una cena sfiziosa assai.

Ingredienti:
4 Patate medio-grandi
Olio, Sale e pepe per insaporirle (io ho usato l’insaporitore per patate Ariosto)
Per il ripieno:
100 g di Pancetta a cubetti
100 g di Funghi misti (porcini, champignon e quelli che preferite)
Olio evo

Vi racconto il “come fare”:
Inizio con l’istigarvi a ripetere questa preparazione variando i ripieni, tutti quelli che la fantasia vi suggerisce andranno bene per farcire le vostre golosissime patate.
La preparazione prevede una lunga cottura in forno che rende le patate morbide e cremose. In un piattino versate un filo di olio evo e il vostro insaporitore per patate Ariosto (oppure pepe, sale, rosmarino e spezie di vostro gusto), con questo intingolo bagnate la superficie delle vostre patate precedentemente lavate e spazzolate per allontanare eventuali residui di terra dalla buccia. Con i rebbi di una forchetta praticate dei fori sparsi su tutta la superficie delle patate e sistemate queste in una teglia. Cuocete in forno per 40-50 minuti a 180°C.
A cottura ultimata iniziate a preparare il ripieno mentre le patate avranno modo di raffreddarsi un po’. In una padella antiaderente scaldate un filo d’olio evo e lasciate saltare la pancetta. Quando questa sarà dorata aggiungete i vostri funghi spezzettati e amalgamate bene. Trasferite pancetta e funghi in una terrina e lasciate da parte. Riprendete le patate, praticate sulla parte frontale un taglio a croce con la punta di un coltello in modo da incidere la buccia e premete con delicatezza in modo da far uscire un po’ di polpa dal taglio. Raccogliete la polpa di tutte le patate che adesso presenteranno un incavo al centro. Amalgamate la purea di patate al ripieno e con questo farcite gli incavi delle vostre patate. Ottimi antipasti, mantengono tutto il loro gusto e la morbidezza se servite tiepide.

martedì 8 febbraio 2011

Grissini al formaggio con Lievito Madre

Lunghi meriggi pre e post festivi trascorsi tra boccette e ampolline e la mia cucina abbandonata allo stesso destino che relega un innamorato a distanza alla trista telefonata giornaliera, io e il buongustaio in fatto di distanze ne possiamo narrare tante.
Avrete notato, chi mi segue con affetto virtuale e virtualmente ricambiato, che da un po' invece sforno post come fossero pagnotte calde di forno avviato... è la riscossa! Non ci riuscivo proprio più a non sentire profumini per la casa e adesso, riacquistati i miei meriggi, mi sto dando alla pazza gioia e all'impazzata dell'impasto. Con foga. Con rinnovato amore. Con occhi lucenti guardo Saro (che per chi ancora non lo conoscesse ricorderò trattarsi di Lievito Madre) e Lui, con alveoli festanti, si lascia usare.

Ho ripreso a panificare con il LM e che il forno me la mandi buona!

Ingredienti:
300 g di Farina bianca + il necessario per la spianatoia
100 g di LM
150 ml di Acqua oligominerale, non calcarea
30 g di Burro
1 cucchiaino colmo di Sale
1 cucchiaino di Zucchero
50 g di Parmigiano grattugiato
50 g di Provola piccante o altro formaggio gustoso a scelta


Vi racconto il “come fare”:
Se tenete il vostro lievito madre al fresco, tiratelo fuori dal frigorifero qualche ora prima, sarà così più recettivo e pronto all'uso.
Trasferite il lievito madre in una terrina e in un tegamino scaldate l'acqua, sciogliendovi dentro il burro. Versate acqua e burro sul lievito madre e amalgamate fino a completo scioglimento del lievito. Potete farlo con le mani oppure per praticità potete usare una forchetta. Versate ancora nella terrina con questo composto la farina, il sale e lo zucchero. Impastate fin quando il composto si staccherà dalle pareti, quindi trasferitelo sulla spianatoia e continuate ad impastare, energicamente, utilizzando altra farina se servisse, fin quando l'impasto risulterà sodo ed elastico. Copritelo con un canovaccio e lasciatelo lievitare per 2 ore in un ambiente caldo ed al riparo da correnti d'aria, deve raddoppiare di volume. Trascorso il tempo della lievitazione, con un mattarello stendete l'impasto in due rettangoli di circa 35x40 cm, spessi non più di 1 cm. Bagnate con alcune gocce d'acqua uno dei due rettangoli di pasta, questo servirà a farlo aderire all'altro in un secondo momento, e condite lo stesso rettangolo ora umido con il parmigiano grattugiato e il secondo formaggio scelto, ridotto a scagliette sottili. Con il rettangolo di pasta avanzata, coprite quello su cui avete disposto i formaggi e appiattite la pasta fino a far aderire i due strati. Tagliate ora delle listarelle per il verso della lunghezza, larghe circa 1,5 cm. Queste listarelle saranno i vostri grissini. Arrotolate i pezzetti di impasto a spirale e disponeteli su placca da forno coperta da carta da forno. Infornate in forno caldo a 200°C per 20 minuti circa e poi tentate di attendere che raffreddino prima di finirli in golosi bocconi.

lunedì 7 febbraio 2011

Contest: I golosi anni ottanta


Chi di voi, da bimbo, non ha sognato almeno una volta sulle pagine patinate delle allora enciclopedie di cucina? Quelle che la mamma teneva in alto sugli scaffali, quelle che mostrando delizie promettevano successi e sfogliando pagine ormai ingiallite narravano di come la perfetta padrona di casa accoglie ospiti, ammalia il consorte, dona alle proprie manine l’epiteto cha ha a che fare con fate, dee, divinità tra i fornelli, egregie massaie sopraffine!? Mi ricordo ancora di quando da piccola passavo interi pomeriggi domenicali, durante i giorni feriali guardavo BimBumBam e il Bonolis detto Piolo alle prese con un cane rosa, a sfogliare l’enciclopedia di cucina Curcio della mamma: “questo… non questo, mamma fai questo” indicando con il ditino la figura che in quel momento più ingolosiva la mia fantasia.



Sono passati anni, stagioni della vita ormai chiuse per dar spazio al presente, sono passati cibi sui fornelli di mia madre e quasi mai riconducibili a quell’enciclopedia che tanto amavo. No, perché in casa della mamma la tradizione la fa da padrone…. e solo i miei piatti "nuovi" mio padre assaggia, anche oggi che non vivo più con loro, offendendo la massaia che vegeta in mia madre, quella stessa mortificata in ogni tentativo di trasgressione. Mi ritrovo a sfogliare quelle pagine, ricevute in dote, non più patinate, un po’ ingiallite e tutto mi sembra diverso e nulla nuovo, tutto racconta il buono e il bello dell’evoluzionismo, funambolico mutare, dei cibi maneggiati con una cura che cambia adattandosi alle mode del momento. Ma in quelle pagine mi rendo conto di trovare tutto ciò che si può desiderare fare per essere considerata come Samantha in Vita da Strega, vi ricordate?



Da qui nasce a la mia duplice idea: costruire una sezione del mio blog, cucina virtuale, dove cimentarmi ancora in quelle ricette che tanto mi ingolosivano agli inizi della mia carriera tra i fornelli e proporvi una raccolta a tema e a premi! Il Contest si chiama “I golosi anni ottanta”, vi invito a cercare tra gli scaffali delle vostre abitazioni o delle abitazioni di vostra madre, una vecchia rivista, un libro, una enciclopedia, da dove poter attingere un piatto di vostro gradimento. Dall’antipasto al dolce! Le sezioni in gara sono:

Antipasti e contorni - Primi piatti – Secondi – Prodotti da forno - Dolci

Ci saranno 5 vincitori, uno per ogni sezione. Cosa vinceranno? Una mia creazione con ago e filo, mi metterò da oggi stesso all’opera per creare e pubblicherò su pecorella moda gli oggetti che avrete modo di conoscere strada facendo. Il contest scade il 14 Aprile data in cui ricorre il primo anno dalla stesura del mio primo post. Il primo, effettivo, blog-compleanno al marzapane.

Le regole per partecipare:
-Realizzare e pubblicare sul vostro blog una ricetta attingendo da un ricettario ormai datato
-Corredare il post della la ricetta, con almeno una foto che ritragga il piatto cucinato insieme al ricettario usato
-Tornare su questo post e lasciare un commento. Sarà mia cura aggiornare l’elenco delle ricette in gara
-Pubblicare sulla homepage del vostro blog il banner del contest con il link a questa pagina
-Valgono, per via della foto che ritrae il ricettario, solo ricette inedite
-Si può partecipare con più ricette, ma una sola per categoria
-Chi non possiede un blog, potrà partecipare inviandomi la ricetta corredata di foto a pecorelladimarzapane@gmail.com e sponsorizzare l’evento su facebook. Pubblicherò io la ricetta, per voi, sul mio blog

Questo il Banner da pubblicare con link alla pagina che state leggendo



Se non lo siete già, mi piacerebbe avervi tra i miei lettori anche se questa non è una regola di gara è solo un modo per mantenersi in contatto e creare nuove conoscenze virtuali. Già dal 15 di aprile inizierò a valutare le vostre ricette e i vincitori verranno scelti in base alla presentazione, al racconto che faranno del loro ricettario datato, alla foto, all’originalità del piatto.

Ed ora la giuria d’eccezione ovvero cinque amiche virtuali, bravissime cuoche, che ho desiderio di coinvolgere nella scelta dei vincitori, loro sono:
Per la sezione Antipasti e Contorni (che racchiude i moderni finger food), Ambra de il gatto ghiotto
Per la sezione Primi piatti, Federica di note di cioccolato
Per la sezione Secondi, Sonia de la cassata celiaca
Per la sezione Prodotti da forno, Ornella de il giardino dei sapori e dei colori
Per la sezione Dolci, Imma di Dolci a gogo!!!

Sono certa che sarete d’accordo con me sull’eccezionalità della giuria scelta, ed alle mie compagne di viaggio va il mio grazie per la disponibilità dimostratami! La mia speranza è che partecipiate in molto, ma ancora di più è quella che vi divertiate a spulciare tra i ricordi. Il tempo a disposizione è tanto per cui niente scuse, via alla ricerca!

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Le ricette della sezione Antipasti e Contorni:
Da Elena, lo Sformato all'Emiliana
Da Fr@, i Carciofi ripieni con patate
Da marty90, Rotolini di salumi su cesto di zitoni

Le ricette della sezione Primi Piatti:
Da Fabiola di Olio e aceto, Arabesco di pasta e carne
Da Stefania, la Minestra dolce dei primi del '900
Da Roxy, Spaghetti alla meridionale
Da Carla Emilia, Fettuccine alla mediterraneo
Da Valentina, Riso alla norcina
Da marty90, Ziti pasticciati
Da Natalia, Penne con asparagi e salsiccia
Da la mai, Riso col buco e coi baffi
Da Laura, Cartucce della suocera
Da Vickyart, Frittata di riso

Le ricette della sezione Secondi:
Da Fabiola di Olio e aceto, Polpettone di Francoforte
Da MeggY, Bistecchine allo zucchero con pomodori in padella
Da Loredana, Palombo in umido
Da speedy70, Pasticcio di polenta e salsiccia
Da marty90, Vitello tonnato
Da Laura, Pizzaiola di hamburger
Da Eleonora, Arrosto con wurstel
Da Cinzia, Insalata russa e vitello tonnato

Le ricette della sezione Dolci:
Da Ginestra, la Savoy biscuit
Da Grazia, la Ciambella marmorizzata
Da Bietolin@, la Torta rovesciata con Ananas e noci
Da Elisa, la nostra Massaia Canterina, i Bon-bon agli amaretti
Da La cucina gialla, i Nidi alla marmellata
Da Federica, le Rose fritte
Da Fujiko, la Torta al caffè
Da Loredana, Coppa giallo-rossa
Da Anna, Torta cocco-nutella
Da treat e trick, Koleh koleh
Da Fr@, Crostata di pere e mandorle
Da noara, Delizie dolci alle patate
Da Gloria, Rotolo alla crema di cioccolato e panna
Da Francesca, Frittelle di ricotta
Da Viola, le Madeleines
Da Dorotea, Torta due creme

Le ricette fuori concorso:
Dalla cara Ornella, una torta da favola: Torta d'arancio
Dalla mia adorata Cassata, I tagliolini alle erbe e le Scaloppine alla parmigiana

giovedì 3 febbraio 2011

Crocchette con patate e salsiccia gluten free


Metti del pangrattato e della farina privi di glutine nella dispensa, metti una riccetta celiaca a pranzo, metti una gran voglia di fritti, metti due o tre nodi di salsiccia avanzati al risotto… e il gioco è fatto, il dado è tratto, lo sposalizio organizzato, l’evento assicurato: patata prende salsiccia come suo legittimo sposo e che nessuno osi dividere ciò che il gusto ha unito!
Mi sono ritrovata veramente per caso lungo la strada della conoscenza che mi ha portato all’alchimia, ma già dal mio primo giorno, camice bianco e ancora senza buchi, mi sono resa conto che il laboratorio era posto per me accogliente. Una strega davanti al calderone, mi figuravo intenta a creare potenti elisir d’amore, pozioni fumanti, colori viranti, ricette da seguire per non crear pastrocchi. Poi il passo è stato breve e la cucina è divenuta una delle stanze più affascinanti della casa, il mio laboratorio privato dove le analisi olfattive (organolettiche, direbbe un chimico che non sia alchimista d’altri tempi) riescono a spingermi verso reazioni sempre nuove, nuovi legami, nuove emozioni.
Spesso la mia bocca ha proferito tale frase “un chimico che si rispetti è anche un bravo cuoco, bisogna infatti interpretar ricette e metterle all’opera nella miglior maniera”. Mi sono ritrovata a studiar la chimica per coincidenza, mero gioco di un destino scritto o ascritto al caso, e per lo stesso caso l’armeggiar mestoli e padelle non mi è mai spiaciuto. Però a differenza che in un laboratorio dove lo stare attenti non basta mai, il mio camice è ormai logoro e bucato, in cucina si può inventare, male che vada? Si ricomincia a cucinare!

Queste crocchette sono pura invenzione, ma vi garantisco che son finite prima ancora d’avere il tempo di raffreddarsi nel piatto da portata: da replicare.

Ingredienti:
500 g di Patate
100 g di Salsiccia
1 Uovo
2 cucchiai di Pangrattato Agluten
2 cucchiai di Farina Bi-Aglut
1 l di Olio per frittura
Olio evo, Sale, Pepe, Noce moscata q.b.


Esecuzione:
Pulire le patate e metterle a bollire in una capiente pentola coperte d’acqua. Non occorre salare, attendere che i rebbi di una forchetta riescano a penetrare facilmente nella polpa delle patate, così da essere certi che siano cotte, quindi spegnere il fuoco e scolare il contenuto della pentola. Attendere che le patate si siano raffreddate bene, potete cuocerle anche diverse ore prima così da permettere alle patate di essere più asciutte e più collose, pelarle e passarle allo schiaccia patate. Salare e pepare la purea di patate e mettere da parte.
In una padella antiaderente far scaldare un filo d’olio evo, privare la salsiccia del budello e farla saltare in padella per qualche minuto fino a separarla per bene. Aggiungere il macinato di salsiccia alla purea di patate, amalgamare e se servisse regolare ancora di sale e pepe e aggiungere della noce moscata grattata di fresco. Formare delle palline, infarinare, passare nell’uovo battuto, panare nel pangrattato e infine friggere in abbondante olio bollente. Scolare e far asciugare su carta assorbente quindi servire.

mercoledì 2 febbraio 2011

Nidi di zucchine in salsa d’uova



Non ricordo bene in quale delle tante riviste di cucina, le adoro e ne compro in continuo, io abbia visto questi elegantissimi nidi, ricordo però di aver segnato l’appunto sul mio taccuino, quello che mi accompagna sempre nei momenti di estro creativo in cucina. Quando davanti alla lista della spesa da fare per la mia domenica tra i fornelli ho ripensato al possibile menù, ecco che la voglia di provare a realizzare questo piatto s’è fatta strada istallandosi nella mia ram. Questo antipasto, insieme ai carciofi come li fa mia mamma e a delle crocchette gluten free di patate e salsiccia (che vi mostrerò domani), vagamente complicato nella preparazione della salsa a bagnomaria, fu gradito.

Quindi via a stuzzicadenti decorati per infilzare le zucchinette e alla voglia di aperitivare: si prestano benissimo!

Ingredienti:
3 Zucchine
2 Uova intere
40 ml di Panna fresca
Prezzemolo, Sale, Pepe e Olio evo q.b.

Esecuzione:
Pulire e privare delle due estremità le zucchine, tagliarle a fette sottili. Preparare un intingolo con olio evo, sale e pepe (io ho usato del pepe rosa macinato al momento). Bagnare le fette di zucchina da entrambi i lati nell’intingolo, scaldare una piastra, nel mio caso piastra elettrica, e grigliare le fettine stando attenti a non lasciarle bruciare essendo queste molto sottili.
Una volta grigliate le fette di zucchina andranno arrotolate per il verso della lunghezza e poste su un piatto da portata. Condire le zucchine con la salsa d’uova preparata come segue: aprire le uova in una terrina, salare e pepare, aggiungere la panna fresca e iniziare a sbattere energicamente con una frusta a mano. Aggiungere il prezzemolo finemente tritato quindi portare a bollore un tegame con dell’acqua e cuocere la salsa d’uova a bagnomaria, mescolando continuamente con la frusta e fino a quando non si sia rappresa. Una volta pronta, versare la salsa dentro i nidi di zucchine e intorno ad essi e servire il piatto freddo.

...questa ricetta ha partecipato ad un contest per saperne di più clicca QUI

martedì 1 febbraio 2011

Involtini di tacchino con granella di pistacchio, pinoli e camicia di pancetta, al moscato


In ordine sparso continuo a presentarvi il pranzo servito sulla mia tavola Domenica. Siamo al secondo e devo dire che tra tutto ciò che ho preparato, forse è stato proprio lui il principe del desinare domenicale. La trovata è stata quella di accompagnare il gusto già nuovo dell'involtino alla composta di cipollotti scalogno: l'accoppiata è andata a braccetto come sposi ormai rodati.
Se devo essere sincera per me involtino è sempre stato sinonimo di pangrattato condito e robe varie a farcire il tutto. Ho sempre pensato a questo piatto come alla rivalsa dei salumi, alla rivolta del pane raffermo, all'avanzata delle spezie, tutti in fronte comune per assestarsi dentro il rotolo di carne da farcire. Così il gusto di un involtino deliberatamente gluten free mi ha conquistato e mi ha dimostrato che anche per i cibi elaborati la semplicità conquista.

Ingredienti:
(per 4 persone)
4 fette di fesa di Tacchino da circa 150 g ciascuna
20 g di granella di Pistacchio
20 g di Pinoli
4 fette di Pancetta tagliata spessa
30 g di Burro
1 bicchiere di vino Moscato
1 spicchio d'Aglio
Sale, Pepe, Olio evo q.b.


Esecuzione:
Distendere le fette di tacchino sul piano, salare e pepare da entrambi i lati. Cospargere ogni fetta con granella di pistacchio e pinoli e arrotolare per il verso della lunghezza. Tenere saldamente l'involtino e foderare ognuno di essi con una fetta di pancetta quindi sigillarli con spago da cucina.
In un tegame capiente il necessario per contenere gli involtini comodamente adagiati sul fondo, sciogliere il burro con un filo d'olio e lo spicchio d'aglio. Appena l'aglio risulterà dorato, trasferire nel tegame gli involtini e rosolarli per bene, girando spesso. A rosolatura avvenuta, bagnare con il vino moscato e coprire il tegame, cuocere a fiamma bassa per circa 30 minuti. Il moscato, vino dolce, donerà al sugo di fondo un colore brunito e un sapore vagamente caramellato.
...questa ricetta ha partecipato ad un contest per saperne di più clicca QUI