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lunedì 27 dicembre 2010

Son Buccellati, i signori “Cucciddati”!


Un dolce tipico, una tradizione che si rinnova di anno in anno quella dei buccellati ad inondare la casa, già addobbata d’abete festante, di profumo speziato in cannella incantato.
Il Natale è fatto di tante cose, dai bei propositi ai desideri esauditi… a quelli inespressi e mai appagati, è fatto di ciò che si può comprare e di ciò che si può solo donare a parole sussurrate in battiti d’ali e di cuore.
Un periodo dell’anno in cui la famiglia che non c’è (gli altri giorni e forse mai in questi tempi di tempo smarrito) si raduna intorno al focolare, a mangiare, bere, cantare cori di festa, puntare cartelle di tombola, aprire regali, versare e svuotare calici d’allegria.
I buccellati sono il mio dono, la tradizione, l’incanto per il palato del buongustaio, la voglia di sorvolare le ipocrisie nascoste in sorrisi e traversare un mare di follie per ritrovarsi soli e più veri a brindare al Bambino, a chiedere e dare, ad aspettare il nuovo Natale.


Ingredienti:
1 Kg di Farina 00
300 g di Strutto
300 g di Zucchero
15 g di Ammoniaca per dolci
1 bustina di Lievito
1 bustina di Vanillina
250 g (circa) di Latte intero

Per il ripieno:
1 Kg di Fichi secchi tritati
500 g di Cioccolato fondente a scagliette
250 g di Zuccata tritata
150 g (circa) di Miele
1 cucchiaio di Cannella in polvere
Essenza di agrumi (o bucce d’arancia candita tritate)
250 g di Uva passa
500 d di Frutta secca come nocciole, mandorle, noci (il peso è riferito alla frutta secca già priva di gusci)
Acqua calda zuccherata o vino Moscato, per amalgamare il ripieno

Nota: le quantità per il ripieno sono orientative, per un kg di fichi secchi con i restanti ingredienti mi regolo come indicato, il tutto può essere però rivisitato in base al gusto (più cioccolato, meno zuccata, più speziato alla cannella o più morbido con l’aggiunta di miele e così via…).

Per la decorazione si possono usare diverse varianti:
- Zucchero a velo e cannella
- Cioccolato fondente da copertura e codette colorate
- Glassa di zucchero e confettini



Esecuzione:
Preparare l’impasto lavorando gli ingredienti come una normale frolla: disporre la farina a fontana e miscelarla allo zucchero ed alla vanillina, sciogliere l’ammoniaca e il lievito in una tazza di latte tiepido, aggiungere alla fontana di farina lo strutto a pezzetti e iniziare ad impastare con l’aggiunta del latte con i lieviti. Aggiungere altro latte, sempre poco per volta, all’impasto fino ad ottenere una palla uniforme e non unta. Più si lavora, più lo strutto tenderà a rilasciare l’unto rovinando l’impasto per cui, così come la pasta frolla, la lavorazione deve essere veloce.
L’impasto può essere preparato anche svariate ore prima e lasciato a riposare su una superficie in un ambiente fresco.
Preparare la farcia amalgamando tutti gli ingredienti con l’aiuto del miele e dell’acqua calda zuccherata. Una valida variante è il moscato, vino profumato e speziato che si sposa molto bene con questo ripieno, da utilizzare come collante dei vari ingredienti al posto dell’acqua calda.
Stendere la pasta a listarelle, farcire e formare dei rotolini da tagliare a tocchetti e intagliare sui lati per dare la classica forma.


I buccellati andranno cotti in forno preriscaldato a 180°C per circa 15 minuti dunque decorati a piacimento.

...questa ricetta ha partecipato ad un contest per saperne di più clicca QUI

mercoledì 1 dicembre 2010

Lievito Madre: come generarlo, nutrirlo, crescerlo e mantenerlo


Dedicarmi poco alla mia cucina virtuale in questo periodo continua ad essere per me necessario. Deve chiudersi un anno ed assieme al saluto per accogliere quello nuovo bisogna presentare i conti di ciò che si è fatto in questo, ciò mi allontana da qui – cucina di marzapane - però non limita la mia voglia di cucinare come ho già detto recentemente. Bisogna lavorare ancor più alacremente nel luogo ove io esercito la mia professione e la sera, tornati al dolce tepore casalingo, il profumo del pane ristora l’animo e dona nuova pace a me ed al Buongustaio.


Da ciò nasce l’esigenza di rendere il pane - e tutti i prodotti da forno - ancor più naturale, dato che tanto ne passa ogni giorno sulle nostre tavole imbandite. La ricerca delle origini dei sapori ha contagiato anche me e finalmente è nato Saro, il mio Lievito Madre.


Saro prende vita in nove passaggi e sei rinfreschi e si fa buono in circa cinque giorni. Ho cominciato a fare il pane con lui al settimo rinfresco, ma il primo risultato è stato esaltante solo visivamente: il pane sapeva di quel retrogusto acido che si perde con l’andar dei giorni.

Oggi Saro ha un mese di vita, cresce gaio, dorme in frigo e mi pare di avere una creatura nuova da allevare, da non abbandonare mai. Fa il pane discretamente e in famiglia siamo tutti convinti che dandogli tempo e fiducia ci regalerà non solo belle soddisfazioni ma anche il ritrovato gusto per le cose autentiche.

Sono stata titubante per lungo tempo sulla scelta di iniziare a dar vita al lievito madre, mi sembrava cosa complicata e che portasse via troppo tempo. In parte è vero, però è stato più semplice di quel che temessi e oggi mi pento di non aver dato prima vita a Saro perchè per questo Natale non sarà ancora pronto a darmi un bel panettone, gli servirà qualche mese. Il mio invito, le mie parole suonino dunque a tutti quelli che ancora non si sono convinti come sprone, incoraggiamento.

Sono felicissima di avere Saro nel frigo, dorme beato, ogni mattina lo saluto, e il fine settimana si ferma tra le mie mani per allestire un pranzo che profuma ancor di più di casa, di meraviglia, di pane appena sfornato.

Naturalmente al nome ha pensato il Buongustaio, va detto per onor di cronaca, quando spiegandogli cosa avevo intenzione di fare, dicendogli che il Lievito Madre è una creatura viva che cresce e vive con noi un’esistenza intera, esortandolo a trovargli un nome Lui ha esclamato: “che abbia un nome simpatico, siciliano, tipo Saro”. È stato amore a primo ascolto così non ho voluto ipotizzare altri nomi ritenendo questo il suo per diritto, per nascita, per professione di panettiere conquistatore.

Giovedì 4 Novembre 2010 – ore 21,25 INIZIO LM SARO

Passaggio 1, avvio: 140 g di Faria 00 + 1 cucchiaio da minestra di Miele + 80 g di Acqua oligominerale (il calcare eventuale infastidisce la lievitazione). IMPASTATI gli ingredienti OTTEGO un panetto molto elastico e consistente.

24 ORE A RIPOSO in una terrina coperta con un canovaccio di cotone e avvolto in una coperta. FORMAZIONE DI PICCOLE BOLLE AL FONDO, ODORA DI FARINA

Passaggio 2, aumento: Impasto del giorno prima + 140 g di Farina 00 + 100 g di Acqua. IMPASTATI gli ingredienti OTTENGO un panetto molto elastico e più morbido.

24 ORE A RIPOSO in una terrina coperta con un canovaccio di cotone e avvolto in una coperta. HA RADDOPPIATO IL VOLUME E PRESENTA MOLTI ALVEOLI, ODORA VAGAMENTE DI ACIDO.

Passaggio 3, I rinfresco: Impasto + 140 g di Farina 00 + 50 g di Acqua. IMPASTATI gli ingredienti OTTENGO un panetto molto elastico e più sodo. PESARE 300 g di impasto e BUTTARE il resto

24 ORE A RIPOSO in una terrina coperta con un canovaccio di cotone e avvolto in una coperta. PRESENTA MOLTI ALVEOLI E ODORA DI ACIDO in modo più deciso APPARE AUMENTATO DI VOLUME.

Passaggio 4, II rinfresco: Impasto + 140 g di Farina 00 + 50 g di Acqua. IMPASTATI gli ingredienti OTTENGO un panetto molto elastico e più sodo. PESARE 300 g di impasto e BUTTARE il resto

N.B.: Ridurre i tempi di attesa tra un rinfresco e l'altro per verificare se il lievito è nato!

16 ORE A RIPOSO in una terrina coperta con un canovaccio di cotone e una coperta. PRESENTA FORMAZIONE DI PICCOLE BOLLE AL FONDO E ODORA VAGAMENTE DI ACIDO, la lievitazioe sembra stentare.

Passaggio 5, III rinfresco e idratazione: Impasto + 140 g di Farina 00 + 100 g di Acqua. IMPASTATI gli ingredienti OTTENGO un panetto molto elastico e più morbido. PESARE 300 g di impasto e BUTTARE il resto

8 ORE A RIPOSO in una terrina coperta con un canovaccio di cotone e una coperta. PRESENTA FORMAZIONE DI PICCOLE BOLLE AL FONDO E ODORA VAGAMENTE DI ACIDO, la lievitazioe sembra stetare ancora. PROVO A NUTRIRE CON MIELE

Passaggio 6, arricchimento nutritivo: Impasto + 50 g di Farina 00 + 1 cucchiaino da thé di miele. IMPASTATI gli ingredienti OTTENGO un panetto molto elastico, colloso e sodo.

24 ORE A RIPOSO in una terrina coperta con un canovaccio di cotone e una coperta. PRESENTA MOLTI ALVEOLI E ODORA DI ACIDO, la lievitazione è ripresa in modo deciso e l'impasto è RADDOPPIATO mentre al tatto la consistenza è spumosa e soffice sulla superficie e in generale sembra colla vinilica super concentrata.

Passaggio 7, IV rinfresco: 150 g di Impasto + 150 g di Farina 00 + 75 g di Acqua. IMPASTATI gli ingredienti OTTENGO un panetto elastico ed appiccicoso.

24 ORE A RIPOSO in una terrina coperta con un canovaccio di cotone e una coperta. PRESENTA MOLTI ALVEOLI E ODORA DI ACIDO, l'impasto è RADDOPPIATO.

Passaggio 8, V rinfresco: 150 g di Impasto + 150 g di Farina 00 + 75 g di Acqua. IMPASTATI gli ingredienti OTTENGO un panetto elastico ed appiccicoso.

24 ORE A RIPOSO in una terrina coperta con un canovaccio di cotone e una coperta. PRESENTA MOLTI ALVEOLI E ODORA DI ACIDO, l'impasto è RADDOPPIATO.

Passaggio 9, VI rinfresco: 150 g di Impasto + 150 g di Farina 00 + 75 g di Acqua. IMPASTATI gli ingredienti OTTENGO un panetto elastico ed appiccicoso.

12 ORE A RIPOSO in una terrina coperta con un canovaccio di cotone e una coperta. PRESENTA MOLTI ALVEOLI E ODORA DI ACIDO, l'impasto è più che RADDOPPIATO: LO CONSERVO IN FRIGORIFERO.

DOPO 8 ORE procedo con un nuovo rinfresco e questa volta con la parte di impasto prelevata faccio il pane!

PANE AL VII rinfresco: 150 g di Impasto + 150 g di Farina 00 + 75 g di Acqua. IMPASTATI gli ingredienti OTTENGO un panetto elastico ed appiccicoso.

N.B. Usare acqua oligominerale a temperatura ambiente, l'acqua di rubietto potrebbe avere un retrogusto di cloro fastidioso o presentarsi troppo dura (calcarea) e bloccare la lievitazione. Una volta nato il LM, andrà rinfrescato ogni 2/3 giorni se tenuto a temperatura ambiete, ogni 5/6 se riposto in frigorifero. Di tanto in tanto il LM andrà nutrito o con miele o con farina manitoba. Il LM da usare in generale negli impasti è pari ad un terzo delle farine usate per gli stessi. Per farine difficili alla lievitazione (tipo quelle integrali) aumentare la dose di LM utilizzato, andrà bene 150 g per mezzo chilo di farine. Per 600 g di Farina OO usare circa 100 g di LM.

Per il rinfresco a regime mi regolo così:
300 g LM di cui 150 g da usare per il pane, o buttare, 150 da rinfrescare come segue
-150 g impasto
-150 g farina
-75 g acqua

NOTA1: una volta al mese rinfrescare il LM con sola farina manitoba
NOTA2: una volta al mese rinfrescare il LM con aggiunta di miele per nutrire i fermenti e i lieviti

Facciamo il Pane

Per ottenere un buon pane con LM hanno notevole importanza due fattori: la consistenza dell’impasto e i tempi di lievitazione. Chiaramente dopo un mese ho sperimentato un po’ e vi riporto quello che al momento è il mio risultato migliore.

In una terrina pesare 100 g di LM e aggiungere 300 g di liquido (due parti di acqua e una parte di latte intero) tiepido ed un cucchiaino di miele. Sciogliere il LM mescolando bene con i rebbi di una forchetta.


Iniziare ad incorporare al LM i 500 g di Farina (che può essere bianca OO, di grano duro, di manitoba o in miscela di tutte queste, a seconda della preferenza e del gusto che si vuole ottenere), aggiungendo per ultimo un cucchiaino di sale (circa 10 g) e se gradite un filo d’olio evo.


Passare l’impasto sulla spianatoia infarinata e continuare con le operazioni di impasto: recuperare prima tutta la farina poi, una volta ottenuto un panetto più consistente, iniziare a lavorare con i pollici


Con i polsi, energicamente


Sbattendo l’impasto, operazione che permette di ottenere migliore lievitazione e pane più morbido


Dopo almeno 15 minuti di lavoro sull’impasto, dare forma di palla liscia ed omogenea


Mettere il panetto a riposo su un piano infarinato e praticare un taglio a croce che ci permetterà, notandone l’apertura, di controllare la lievitazione. Attendere 3 ore.

Trascorso in tempo della prima lievitazione, appiattire il panetto e procedere alla piegatura, quindi rimettere a lievitare per 1 ora


Trascorso questo secondo tempo di lievitazione si può dare forma al pane, poi bisognerà attendere ancora da 2 a 3 ore per una ulteriore lievitazione.


Cuocere il pane in forno caldo a 200°C per dieci minuti. Ridurre la temperatura del forno a 180°C e continuare la cottura ancora per altri venti minuti.

Nota1: per una cottura ottimale, inserire nel vano del forno una pirofila piccola e bassa con dell’acqua. Questa consentirà, in cottura, al pane di lievitare ancora senza disidratarsi troppo.

Nota2: avvolto in un canovaccio di cotone, il pane con il LM resiste anche 4 giorni mantenendosi sempre morbido e buono al gusto.

giovedì 18 novembre 2010

Una domenica in Casa Barilla e Ricetta dello chef



Inizio e chiosa di questa mia avventura è stata raccontata senza menzionare colei che la riccetta e me ha coinvolte direttamente. Per tale motivo nella serata di oggi, 29 novembre (ed è già quasi Natale) ovvero quando finalmente riesco a dedicarmi un po’ a questa mia creatura (o cucina virtuale), un errata corrige è d’obbligo nella speranza di essere perdonata… sì perché fu Meg del blog Un Filo d’Olio ad accorgersi per prima di questa iniziativa rendendoci partecipi. Perdona Meg la mia dimenticanza, presa da mille cose ho mancato e me ne dolgo.

Mi coinvolge senza preavviso ed io non riesco a dire di no quando, presa dalle mille cose da fare, la voce della riccetta, ormai nota come Celiaca pasticciona, tutta gaia annuncia: “mi sono e ti ho iscritta a dei seminari che si terranno negli stand della Barilla, per domenica non prendere impegni”.
Così, esattamente undici giorni fa, fui coinvolta in questa avventura tutta pasta, folla, gare di cucina, profumi variopinti, caldo afoso, seminari e ricette… e poi giuria. Facendoci largo in mezzo ad una piccola marea scalpitante di forchette issate a sventolar bandiera d’appetito, siamo riuscite a far parte del gruppo dei giurati e tra un 5 un po’ forzato ed un 8 meritato abbiam gustato pesti, paste e verdurine.

Una bella avventura con il solo rammarico di non aver aperto gli occhi sui cartelloni pubblicitari, non essendomene accorta per tempo (veramente sono stata proprio trascitata dall’esuberanza di una celiaca simpaticamente bizzarra, dato che la pasta glutinata la può solo annusare) non ho potuto iscrivermi alla gara di cucina, ma il prossimo anno speriamo si replichi ed allora tenterò di stare innanzi ai fornelli e non dietro a guidicare.

Mi dispiace inoltre per le poche foto a ritrarre solo alcuni dei momenti vissuti, ma si sa che quando una cosa serve in automatico ti abbandona… dispettosa batteria di una macchina digitale! Per farmi perdonare però vi lascio una ricetta regalataci ad uno dei seminari alla quale abbiamo partecipato.

Trofie pesto, polpo e cozze
A cura di uno degli chef di “Academia Barilla”

Ingredienti:
(per le dosi dovrete far ricorso alla vostra esperienza, per 100 g di Pasta ci vorranno circa 50 g di Pesto)
Polpo
Sedano
Carota
Cipolla
Cozze
Per il pesto:
Basilico
Ghiaccio
Pinoli
Olio evo
Aglio
Pecorino grattugiato
Latte intero o Panna
Per la pasta:
Trofie (in alternativa Fusilli o Bavette)
Patate
Fagiolini

Esecuzione:
Bollire in pentola per 45 minuti il polpo con sedano, carota e cipolla. Lasciare aprire le cozze in padella con solo un filo d’olio. Intanto preparare il pesto: per evitare che il basilico annerisca bisogna raffreddare la campana del frullatore o usare un cubetto di ghiaccio per tritare il tutto. Iniziare a frullare gli ingredienti più duri, prima i pinoli con olio evo, poi aggiungere l’aglio, infine il basilico. Ottenuto il pesto terminare il condimento, senza più frullare, con pecorino grattuggiato e un goccio di panna o latte intero.
Tagliare le patate a dadini piccolissimi così come i fagiolini (più piccoli saranno i dadini, prima si cuoceranno seguendo la cottura della pasta), versarli nell’acqua di cottura dove cuoceremo la pasta, salare e versare anche la pasta. Bollire il tutto per il tempo necessario alla cottura, scolare pasta, fagiolini e cubetti di patate e condire con il pesto terminando la preparazione con le cozze e il polpo lesso tagliato a pezzetti. Il piatto è stato decorato dallo chef con pomodorini confit e buon appetito!

mercoledì 17 novembre 2010

Bertolda cuor di mela


Ingredienti come creta da modellare, da piegare verso le nostre esigenze, ripesare con varianti da adattare a ricette appena scritte. Crediamo di gestirli, gli ingredienti, ma spesso ci accorgiamo che sono loro a gestire noi verso un viaggio sensoriale che regala sempre nuove emozioni e quelle vette talvolta ignote di gusti che non avremmo mai pensato di scoprire. Per questa torta è stato così, una corsa verso la meta… io con le mie certezze e loro, ingredienti da assemblare, con la loro voglia di dimostrarmi che alla fine riescono a stupire. Ho studiato questo dolce nella consapevolezza di poterlo fare bene, ho ottenuto un gusto che non mi sarei aspettata e che per la sua ricercata semplicità mi ha stupita. L’ho studiato ponendo come obbiettivo quello di donare un deciso gusto di mela ad una torta apparentemente rustica e dalla scorza dura, così nasce questa rivisitazione della Bertuldina divenendo per me Cuor di mela.

Ingredienti:
200 g di Farina 00
200 g di Farina di Mais Fioretto
150 g di Burro morbido
150 g di Zucchero
2 Uova intere a temperatura ambiente
200 g di Latte intero
1 bustina di Lievito per dolci
1 Limone, la scorza grattugiata
1 barattolo (400 g circa) di Marmellata di mele homemade


Esecuzione:
Montare il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungere quindi un uovo per volta e miscelare bene. Aggingere le farine, incorporandole poco per volta, e il latte dove avrete precedentemente sciolto la bustina di lievito. Aggiungere ancora la buccia grattugiata di un limone non trattato e amalgamare l’impasto che risulterà cremoso e non troppo morbido.
Imburrare una teglia da 22 cm di diametro e versarvi dentro l’impasto quindi cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 30 minuti.
Sfornare il dolce e lasciarlo raffreddare su una gratella, ricavarne al centro una forma (io ho utilizzato un tagliapasta a forma di cuore di circa 20 cm di diametro), tagliare in due metà la forma. Con i ritagli di torta preparare la farcitura: sbriciolare i ritagli e amalgamarli alla marmellata di mele che assumerà una consistenza più dura. Posizionare sul piatto da portata il taglia pasta che avrete usato per dare la forma al dolce, posizionare dentro il tagliapasta una metà di dolce, versarvi sopra la metà dell’impasto di mela, coprire con la base della torta e terminare con la restante crema di mele. Lasciare solidificare 10 minuti in frigorifero quindi sformare la torta sfilando via il tagliapasta. Decorare con scorzette di limone e con riccioli di marmellata di mele.

Esecuzione della ricetta con il bimby:
Montare con la farfalla il burro e lo zucchero: vel.2 a 37°C per 1 min
Incorporare un uovo: vel.2 a 37°C per 30 sec
Incorporare il secondo uovo: vel.2 a 37°C per 30 sec
Aprire il coperchio e con la spatola riunire al fondo la crema ottenuta
Incorporare il latte, il lievito e labuccia di limone: vel.3 a 37°C per 1 min
Aprire il coperchio e togliere la farfalla
Incorporare le due farine: vel.5 per 1 min
Trasferire il composto in una teglia imburrata e cuocere in forno seguendo le indicazioni sopra descritte.




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venerdì 12 novembre 2010

Torta di Patate e Broccoletti in compagnia di Philadelphia


Metti una sera a cena, metti l’urgenza di preparare un pasto appetitoso e la poca voglia di andar a far la spesa mentre quella di cucinare, che in questi giorni è stata offesa dalle troppe cose da fare, urla per farsi udire. Così, aggirandomi per la cucina, mi ritrovo a fare elenco di ciò che ho a disposizione per poter creare: patate, broccoletti e philadelphia? Sarà una torta, un gateau rivisitato, mi dico mentre allaccio il grembiule e finalmente ritrovo il mio equilibrio. La mia vita è parecchio convulsa in questo periodo dell’anno, il blog lo curo poco però la passione non si placa e spero che questa idea, il buongustaio ha gradito chiedendo il bis, v’alletti il palato.

Ingredienti (per una forma da plum cake):
500 g di Patate
500 g di Broccoletti
1 Uovo
1 spicchio d’Aglio
75 g di Philadelphia
2 cucchiai di Parmigiano grattugiato
3 cucchiai di Pangrattato
2 filetti d’Acciuga sott’olio
1 cucchiaio di Passoline e pinoli
Olio evo, Sale, Pepe, Noce moscata

Esecuzione:
Pulire le patate, spazzolarle per allontanare eventuali residui di terra sulla buccia e bollirle in una pentola con abbondante acqua salata. Ci vorranno circa 30 minuti, a cottura ultimata scolarle e lasciarle raffreddare.
Intanto pulire e mondare i broccoletti e lasciarli sbollentare per 5 minuti in abbondante acqua salata. Far rosolare in padella l’aglio con un filo d’olio, appena sarà dorato potrete allontanarlo, quindi versare sull’olio caldo i broccoletti scolati e continuare a rosolarli con l’aggiunta di passoline e pinoli e due filetti d’acciuga. Qualora servisse, aggiungete in padella un mestolino d’acqua di cottura dei broccoletti e continuare a cuocere per 5 minuti pepando a piacere.
Pelare le patate bollite e ormai fredde e passarle allo schiaccia patate per ricavarne una purea da condire con l’uovo, della noce moscata macinata fresca, il parmigiano grattugiato e due cucchiai di pangrattato (la parte rimanente servirà in seguito). Amalgamare bene la purea di patate con tutti gli ingredienti. Ungere il fondo e i bordi di una teglia da plum cake e disporre il primo strato di crema di patate, versare al centro i broccoletti, tenendo da parte alcune cime, e la Philadelphia a fiocchetti quindi coprire la torta con la restante crema di patate. Utilizzare le cime di broccoletti per decorare la superficie, spolverizzare con il pangrattato poi irrorare con un filo d’olio e infornare a 180°C per 20 minuti. Ottimo servito tiepido o freddo.

venerdì 5 novembre 2010

Frutta di Martorana

Il Marzapane non solo è cibo affascinante e duttile, tanto da spingermi ad ispirarmi a “lui” nella scelta del nome da regalare alla mia cucina virtuale, ma per noi siciliani è uno dei cavalli di battaglia che contraddistingue la pasticceria e affianca di diritto tutte le delizie in cui la ricotta la fa da padrona: cannoli, cassate classiche e al forno, sfince di S.Giuseppe, biscotti di S.Martino con relativo ripieno, cassatelle di Castellammare e chi più ne ha più ne metta.
Il marzapane nella nostra cultura popolare veste i panni di un dolce dalle mille forme che si adatta alla ricorrenza, che si piega ad un nome più confidenziale, martorana, ed è frutta nel periodo dei morti ed è pecora nel periodo pasquale.
La festa di tutti i santi viene seguita dalla commemorazione dei defunti, il 2 di novembre, e per noi siculi nasce una ricorrenza, non solo di natura cattolica, molto sentita: durante la notte di ognissanti si narra ai bimbi che i defunti della famiglia, ovvero i cari estinti e sempre menzionati nei ricordi, lascino dei regali per loro ovvero “il piatto” e dei giocattoli. Il piatto dei morti è una cesta ricca di frutta secca e dolciumi tipici del periodo e quasi tutti biscotti, sormontati dalla frutta di martorana e dalla pupaccena, il pupazzo di zucchero. Quante volte da piccola ho chiesto ai morti dei regali…!? Mi hanno sempre accontentata!

Le nostre tradizioni vanno difese, sono ricche di storia, di cultura, ci avvicinano alla famiglia mentre le “americanate” lasciamole coltivare agli altri, se posso permettermi di esprimere un parere.
Nella casetta di marzapane non si festeggia Halloween, perché è una festa non nostra e per noi è senza storia; da che sono al mondo i morti mi hanno sempre portato il piatto! Quest’anno li ho aiutati preparando per loro la frutta di martorana.

Ultima precisazione, per il marzapane esistono due ricette e due preparazioni: con e senza albume, a caldo o a freddo. Io vi riporto la versione senza albume crudo e a freddo.

Ingredienti:
600 gr di Mandorle pelate
400 gr di Zucchero a velo
1 fialetta di essenza di Mandorle amare
1 cucchiaio di Glucosio (QUI la ricetta)
1 tazzina di acqua

Per decorare:
Colori alimentari in polvere
Pennelli
Lucido alimentare

Esecuzione:
Tritare finemente le mandorle pelate, nel caso in cui non possedete strumenti idonei all’esecuzione di questa fase potete comperare direttamente la farina di mandorle.
Ottenuta la vostra farina, versatela in una terrina capiente e miscelatela con lo zucchero a velo, incorporate il cucchiaio di glucosio e sciogliete nella tazzina d’acqua la fialetta di essenza. Usate l’acqua della tazzina per impastare gli ingredienti, lavorate l’impasto solo con la punta delle dita e solo quando l’acqua verrà assorbita dalla farina iniziate a lavorare il tutto con più energia. Se l’impasto risultasse friabile, o la farina non del tutto assorbita, aggiungete molto gradatamente ancora piccole quantità di acqua.
Il vostro panetto di marzapane è pronto, potete dargli le forme desiderate, usando le formine in gesso o solo la vostra abilità manuale, quindi lasciate asciugare per mezza giornata.
Procedete alla decorazione dei pezzi di marzapane con pennello e colori alimentari. I colori in polvere vengono sciolti in acqua e usati come i colori a tempera. Terminata questa fase, lasciate asciugare i vostri dolcetti per un giorno quindi procedete alla lucidatura.

martedì 2 novembre 2010

Le vie del gusto: Palermo – Antica Focacceria S.Francesco

Le “vie del gusto” prende vita in un periodo in cui i viaggi in casa marzapane scarseggiano, le pantofole ai piedi spingono cuoca e buongustaio a godersi il tepore casalingo, per tale motivo nasce la necessità di ripercorrere le tappe enogastronomiche care a partire dalla città di Palermo ove sorge la casetta di marzapane. Continuando il nostro viaggio tra i ricordi, l’Antica Focacceria S.Francesco è uno dei primi luoghi in cui ci siamo ritrovati a mangiare “al volo” un piatto tipico. Perdendo giusto il tempo di gustare un panino o poco altro, immersi nell’atmosfera retrò di un centro storico zeppo di dettagli da mirare, nel cuore pulsante della nostra città nasce questa focacceria e con quasi due secoli di vita mostra sprazzi d’eterno.


Molti i profumi che attraggono i turisti appena sbarcati al porto di Palermo, dalle frattaglie a rappresentare la cucina povera di un passato ormai perduto, alle bancarelle ambulanti di “sfinciuni” da mangiare passeggiando tra un negozio e l’altro o nel bel mezzo dei mercati ortofrutticoli (di cui vi parlerò in seguito) che ricordano i mercati dei paesi arabi o anche la Boqueria di Barcellona. Il panino con la milza è una specialità talmente tipica da essere solo nostra, in tutta l’isola, seppure ormai è possibile trovarla anche in provincia, solo nel capoluogo la milza si mangia da secoli con rinnovata stima e quel turista ne riconoscerà l’inconfondibile profumo anche solo nel ricordo di una fotografia.


Dentro un pentolone d’alluminio, posto sul bruciatore o fornello, si lascia sfrigolare lo strutto e dentro questo calderone che sa di pozione, mistura strana, si lasciano scivolare le fettine di milza miste a polmone (interiora di vitello), precedentemente bollite, per il tempo necessario ad insaporirsi bene e poi si compone il panino che può essere schetto (singolo, termine usato per uomo/donna non sposato) e quindi servito con del limone, o maritato ovvero ammogliato con ricotta e caciocavallo.


I venditori di interiora o caldume, detti anche caldumai, vivono bene in una città dove la tradizione così radicata nel tempo gli regala lodi… eppure esistono palati difficili da domare, chiedo venia alla milza, il mio è uno di questi e per tale motivo all’Antica Focacceria S.Francesco si può andare anche se non si amano le interiora. Mentre guardo il buongustaio godersi il suo pani ca meusa, io rivolgo le mie attenzioni ad altro tipico gusto che nelle panelle e cazzilli (leggasi crocchette) trova approdo.


Il sabato sera questa focacceria diviene inaccessibile, code interminabili e gente di ogni estrazione e ceto sociale si trova a fare la sua fila per mangiare un piatto unico ed inimitabile, se poi si pensa che anche il semplice cibarsi con un panino può essere completato da un dolce come il cannolo… l’appagamento è assicurato. Trascuro volontariamente, eppur vi faccio accenno, la possibilità di mangiare altro dato che la nostra visita alla focacceria era rivolta prevalentemente alla voglia di panino ad ogni modo potrete trovare specialità tipiche con le sarde e molto altro e decidere di sedervi nella sala comune tra i tavoli di marmo, come abbiamo fatto noi e con circa 10 euro in totale abbiamo pranzato (due panini con bibita e due cannoli), oppure in piazzetta e farvi servire cibi scelti nel menù del ristorante e in quel caso i costi sono sicuramente diversi.

giovedì 28 ottobre 2010

La staffetta dell’amicizia

…per farmi conoscere meglio e per conoscervi di più, raccolgo al volo il gentile invito di Tiziana e Lally e proseguo questo gioco che sta divenendo una vera e propria catena che unisce e stringe con simpatia molte delle nostre cucine virtuali


Ecco le semplici regole:
-Creare un post inserendo il logo della staffetta e invitare a partecipare 14 amiche/amici di Blog, coloro i quali vorresti conoscere meglio, passando loro il testimone;
-postare le 8 domande qui di seguito riportate, con annesse risposte.

Ecco le mie risposte:
1- Quando da piccoli vi domandavano cosa volevate fare da grandi cosa rispondevate?
La maestra
2- Quali erano i vostri cartoni animati preferiti?
Lady Oscar, Hello Spank e Georgie
3-Quali erano i vostri giochi preferiti?
Giocare con le barbie in compagnia delle amichette del piano di sopra
4-Qual’è stato il più bel vostro compleanno e perché?
Sarà quello che verrà, perché ieri è già passato!
5-Quali sono le cose che volevate assolutamente fare e non avete ancora fatto?
Scrivere un libro... ma chissà :)6-Quale è stata la vostra prima passione sportiva e non?
Sicuramente non sono una sportiva anche se per un periodo mi sono divertita parecchio in palestra, ho molte passioni: la cucina, i libri, mio marito, viaggiare…
7-Quale è stato il vostro primo idolo musicale?
Non ho idoli, mi piace il rock, amo Virgin radio e al momento adoro i Muse
8- Qual’è stata la cosa più bella chiesta(ed eventualmente ricevuta) a Babbo Natale, Gesù Bambino, Santa Lucia?
Ho chiesto e ricevuto, a circa 8 anni d’età, la ferrari testarossa telecomandata… ma il regalo più bello è quello che chiederò per il prossimo Natale, speriamo che m’accontentino sia Babbo Natale che Gesù bambino in sinergia!


Ed ecco i nominativi a cui passo il testimone:

Elena di La celiaca pasticciona
Ornella di Il giardino dei colori e dei sapori
Scarlet di Le delizie di casa mia
Sonia di La cassata celiaca
Mela di All’essenza di mela
Viola di Zucchero e viole
Zucchero e Farina
Rossella di Salsapariglia
Cinzietta di Dalle mie manine
Ambra di Il gatto ghiotto
Le pellegrine artusi
Serena di Il cucinino bianco
Lilly di Lilly in the kitchen
Lory di Lory bistrot

martedì 26 ottobre 2010

Riso alla cantonese


Ho riso di gusto nel gustar questo riso, ripensando alla mia priva volta al cinese quando convinta di far bella cosa provai a maneggiar le bacchette: disdetta, nulla rimaneva aggrappato ai miei bastoncini e forchetta(!) urlai con ardore, nel dolce tepore d’una sera invernale accaldata - per via delle stufe - e appagata da un gelato adornato di vestito e di fritto… perché al cinese tutto è flitto (ma flitto flitto), flutta flitta, gelato flitto, biscotti flitti e via discorrendo…

Buon appetito!

Ingredienti:
200 g di Riso basmati (riso a grano lungo)
200 g di Pisellini novelli surgelati
1 Carota
2 Uova intere
150 g di Prosciutto cotto in unica fetta tagliata a cubetti
1 spicchio d’Aglio
1 cucchiaio di Salsa di soia
Sale, Pepe, Olio evo

Esecuzione:
In una capiente pentola portare a bollore abbondante acqua, versarvi dentro i piselli e la carota a tocchetti e attendere che il bollore riprenda quindi lasciar cuocere per 15 minuti. Salare e versare in pentola, con piselli e carota, il riso basmati e lasciar cuocere ancora 10 minuti, il riso dovrà risultare al dente, quindi scolare il tutto e lasciare da parte ad asciugare nello scolapasta.
Rompere le uova in una ciotola e sbatterle vigorosamente con una frusta a mano, condire con un pizzico di sale e del pepe macinato fresco.
In una capiente padella far rosolare lo spicchio d’aglio con un generoso filo d’olio evo, quando l’aglio sarà dorato da entrambe le parti allontanarlo e versare sull’olio caldo le uova battute, procedere alla cottura girandole spesso con un cucchiaio di legno in modo da ottenerle strapazzate e morbide, non troppo cotte.
Allontanare le uova strapazzate dalla padella, e procedere a saltare nella stessa padella ancora unta i cubetti di prosciutto cotto. Rosolarli per un paio di minuti quindi versare in padella il riso basmati corredato di piselli e carote, le uova strapazzate, mescolare bene e aggiungere in ultimo un generoso cucchiaio di salsa di soia. Saltare in padella tutti gli ingredienti fino a far asciugare la salsa di soia e servire il piatto ben caldo.

lunedì 25 ottobre 2010

Polpettine di maiale

L’idea che in genere si ha della carne di maiale non sempre le fa onore, questo è un vero peccato perché scegliendo ad esempio le parti magre riusciamo ad ottenere piatti estremamente gustosi rimanendo coerenti con la necessità di mantenere una dieta equilibrata. Ad ogni modo è una carne bianca che non disdegno mai e che mi piace mangiare nei momenti in cui desidero variare sulla classica fettina d’arrosto. Questa è la prima volta che chiedo della polpa di maiale macinata e non sarà l’ultima visto il risultato: un gusto decisamente più delicato e ricercato di quello che avrei ottenuto con il macinato di carne vaccina.
Il buongustaio, va detto per onor di cronaca, ha fatto scarpetta! Il piatto ovale che vedete in foto è una porcellana d'altri tempi, apparteneva alla nonna del buongustaio e in casa marzapane adesso rivive.

Ingredienti:
400 g di polpa di Maiale macinata
100 g di Salsiccia
50 g di Pangrattato
150 ml di Latte
2 cipollotti Scalogno
2 Uova
1 cucchiaino di semi di Finocchio
1 cucchiaio di Amido di mais
1 cucchiaio di Aceto
2 cucchiai di Olio evo
100 ml di Vino bianco
Farina tipo OO
Prezzemolo
Sale e Pepe

Esecuzione:
In una bacinella mettere la carne di maiale e la salsiccia privata del suo budello, il pangrattato, solo 50 ml di latte, le uova, l'aceto, 1 cipollotto scalogno tritato e l'amido di mais, aggiungere ancora i semi di finocchio e aggiustare di sale e pepe. Mescolare il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo da cui ricavare delle polpettine delle dimensioni di una noce.
In una casseruola soffriggere l'altro cipollotto scalogno con l'olio evo, unire le polpettine e rosolarle da entrambi i lati. Sfumare sulle polpettine rosolate il vino bianco, coprire e cuocere per circa 15 minuti a fiamma bassa. Trascorso questo tempo scoperchiare e aggiungere la parte rimanente del latte e aggiustare, qualora necessario, di sale e pepe, cuocere altri cinque minuti poi se a cottura ultimata il fondo si presenta troppo liquido, aggiungere un cucchiaio di farina OO e lasciare addensare un paio di minuti. Poco prima di spegnere la fiamma, aggiungere abbondante prezzemolo tritato e servire le polpettine ben calde.

venerdì 22 ottobre 2010

Chiocciole di mare

Una riflessione a caldo nel pensare a quanto le scelte altrui influenzino spesso le nostre, mi trovo a meditare su questo davanti alle fotografie delle chiocciole di mare che sto risistemando per presentarvele.
Battezzati così per la forma e per il ripieno al tonno, che chiaramente sa di mare, questi bocconcini di pane, che non hanno fatto in tempo a raffreddarsi per bene, li abbiamo terminati nel breve tempo che intercorre tra l’apparecchiare il tavolo per la cena e il versaci un assaggio di nero d’Avola.
Squisiti e stuzzicanti l’appetito (ora so che vien mangiando) arrivano dopo altre versioni di una stessa base per il pane farcita in modi diversi ad esempio con le olive nere, arrivano proprio in virtù del fatto che davvero le scelte altrui influenzano le nostre: mi sono trovata spessissimo in questi giorni a vedere sui vostri blog le foto di pani vari e voglio divenir fornaia anche io!

E sul pane fragrante che invoglia, sul desiderio di accendere il forno a riscaldare il nido domestico inebriandolo di profumi, vi auguro un buon fine settimana.


Ingredienti:
250 g di Farina bianca OO
100 g di Acqua
50 g di Latte tiepido
5 g di Zucchero
½ cubetto di Lievito di birra (o circa 4 g di quello secco)
10 g di Olio evo
5 g di Sale
2 scatolette di Tonno sott'olio
100 g di Cipolline sott'aceto
1 cucchiaino di aromi (prezzemolo, aglio, origano, peperoncino, sale grosso, erba cipollina: tutto tritato finemente)

Esecuzione:
Nel caso di impasto manuale: procedere a far la fontana con la farina e il sale miscelati e impastare con tutti gli ingredienti ovvero il latte tiepido in cui avrete sciolto il lievito e lo zucchero, l’acqua, l’olio e il trito di aromi. Lavorare l’impasto, energicamente e sbattendo la pasta più volte sulla spianatoia infarinata, fino ad ottenere un panetto liscio.
Nel caso di impasto con il Bimby: mettere nel boccale, nell’ordine, l'acqua, il latte tiepido, lo zucchero, il lievito, la farina, gli aromi, l'olio e il sale e impastare 3 minuti velocità spiga.
Recuperato l’impasto (in uno dei due modi) dare forma di panetto e lasciare lievitare per circa 1 ora coperto da un canovaccio. Spianare l'impasto facendogli assumere forma rettangolare utilizzando il mattarello, mettere tonno e cipolline sull'impasto steso e arrotolare la pasta su se stessa dando forma di salame. Infarinare e tagliare il “salame” a fettine di circa due centimetri di spessore e posizionare le chioccioline su una placca foderata di carta da forno. Lasciare lievitare ancora trenta minuti i panini così formati e alla fine della seconda lievitazione infornare in forno già caldo a 180°C per 30 minuti.

giovedì 21 ottobre 2010

Danubio

Spesso mi trovo a girovagare per le vie dei blog, così come amo definire la navigazione rivolta alla visita di tutte le vostre cucine virtuali, ancor più spesso rimango incantata davanti alle vostre preparazioni tanto da segnarmi la ricetta o aggiungere la pagina ai preferiti perché, si sa, saper far bene spinge a tentar di fare meglio.
Nel commentare i piatti in bella vista in blog che non sono il mio, quante volte mi sono trovata... ci siamo trovati a scrivere che presto li avremmo replicati? Io tante, così voglio cominciare a fare ciò che spesso dico, e che per ragioni di tempo non faccio quasi mai, ovvero provare le vostre ricette inserendole tra le mie, tra quelle lette nelle riviste e nei libri che cari vengono conservati nella cucina di marzapane, tra quelle che mi frullano in mente e non ho mai sperimentato, tra quelle tramandatemi dalla conoscenza familiare di certi ingredienti.
Ho cominciato con il Danubio per un duplice motivo, amo il Buongustaio e tento sempre di farlo felice… Lui è un Napoletano trapiantato a Palermo e di certo non sarà mai per colpa mia che si troverà a perdere il gusto per le pietanze tipiche della sua regione: sperimento per Lui.
Il secondo motivo è da ricondurre alla voglia di sperimentare ricette di "Lievitati" perchè ho scoperto un grande amore per gli impasti e la panificazione così mi ritrovo tra farine di diverse forze e lieviti nuovi a voler tentare impasti ben riusciti per rustici golosi.


Adesso piccole precisazione sulle differenze, minime che ho apportato alla ricetta che più mi ha allettato:
-Ho mescolato farina Manitoba (3/4) a Farina 00 (1/4);
-ho utilizzato il lievito di birra secco al posto del cubetto fresco che ormai non compro quasi più
-ho dovuto aumentare i tempi di lievitazione più del previsto, forse per via della giornata troppo uggiosa che ha rallentato un po’ il processo, ma si sa che la lievitazione è influenzata da molteplici fattori e non bisogna metterle fretta.

Sul ripieno mi sono sbizzarrita e ho farcito il Danubio in tre diversi modi così da avere “palline a sorpresa” da gustare.
Per l'impasto ho utilizzato il Bimby (recentissimo acquisto), ma si può fare tranquillamente anche a mano per chi non ha robot da cucina da utilizzare all’occorrenza.

Ingredienti:
300 g di Farina manitoba
100 g di Farina bianca OO
180 g di Latte
35 g di Olio evo
22 g di Zucchero, il mio è di canna
1 cucchiaino da thé di Sale (circa 10 g)
7 g di Lievito di birra secco
1 Uovo intero

Per la farcitura:
50 g di Prosciutto cotto
100 g di Caciocavallo a dadini
50 g di Salame
1 formina di Robiola
50 g di Mortadella
100 g di Caciotta a dadini
...o quel che più vi piace!

Per la decorazione:
1 Tuorlo per spennellare
Semi di sesamo


Esecuzione:
Nel caso di impasto manuale: procedere a far la fontana con le farine e il sale miscelati e impastare la miscela con tutti gli ingredienti ovvero il latte tiepido in cui avrete sciolto il lievito, l’olio, l’uovo intero e lo zucchero.
Nel caso di impasto con il Bimby: mettere nel boccale, nell’ordine, l'uovo, il latte tiepido, l'olio, il lievito, lo zucchero, la farina e il sale e impastare per 4 minuti velocità spiga.
Lasciare lievitare l'impasto così ottenuto per 2 ore in una terrina coperta da un canovaccio, terminato questo tempo ricavare delle palline dall'impasto, schiacciarle con il palmo della mano e procedere a farcirle. Io ho diviso l'impasto in tre parti da cui ho ricavato le palline e le ho farcite in tre modi diversi: prosciutto cotto a pezzettini e caciocavallo a cubetti; mortadella a pezzettini e stracchino; salame a pezzettini e primosale (o caciotta) a cubetti. Una volta imbottito l’impasto, richiuderlo dando forma alle palline pizzicando l'impasto in modo da sigillare l'apertura. Posizionarle su una teglia foderata con carta da forno, la parte pizzicata verso il basso, vicine ma non attaccate e ad operazione terminata lasciare lievitare la preparazione ancora 1 ora con la teglia coperta dal canovaccio. Trascorso questo ulteriore tempo di lievitazione, le palline dovranno risultare adesso attaccate tra di loro, spennellare la superficie del danubio con il tuorlo d'uovo battuto, cospargere con i semi di sesamo e infornare a forno caldo a 180°C per 25 minuti.

lunedì 18 ottobre 2010

Loison


Girovagando per la via dei blog molto spesso mi è capitato di imbattermi sulla sponsorizzazione di marchi, da parte dei foodblogger, con la dicitura “collaboro con…”.
Mi è sempre sembrata una bella iniziativa, trovare un marchio leader nel settore enogastronomico e tentare una collaborazione, un do ut des in cui la parte da ricevere potesse essere messa a disposizione di iniziative quali i Contest a premi.
Così sono in quella fase in cui vorrei avere per donare, trovare collaborazioni che mi permettano di poter offrire qualcosa ai miei lettori come ad esempio proprio dei contest a premi… ci sto lavorando e al momento sono lieta di dirvi che la Loison, pasticceri dal 1938 che hanno come principale prerogativa la lavorazione artigianale del loro prodotti, ha accolto la mia richiesta e gentilmente mi ha omaggiato un pacco ricco di delizie da gustare. Nella speranza che questa collaborazione porti delizie anche nelle vostre case, al momento posso solo ringraziare la Loison Pasticceri per il graditissimo cadeau.

Merci beaucoup!

giovedì 14 ottobre 2010

Peperoni ripieni di riso


Un primo piatto molto gradevole che può essere preparato prima e poi servito tiepido al momento in cui i commensali si apprestano ad onorare la tavola imbandita, dunque adattissimo per le serate in compagnia. Questi peperoni ripieni al risotto sono come piccoli scrigni contenenti un tesoro… un segreto che può essere sempre diverso, si può infatti variare il risotto, ovvero il riempimento, così da offrire peperoni “scrigno” ognuno con un diverso sapore in regalo.
Il risotto che ho preparato io è con macinato di manzo, aromatizzato alla noce moscata, passoline e pinoli.

Ingredienti:
4 Peperoni verdi
320 g di Riso carnaroli
200 g di carne di Manzo macinata
1 cucchiaio di passoline e pinoli
2 cucchiai di Parmigiano grattugiato
1 cipollotto scalogno
1 bicchiere di Vino rosso
1 L di brodo vegetale
Noce moscata e Pepe grattati freschi
Sale e Olio evo q.b.
Noce di burro, per mantecare


Esecuzione:
Preparare il risotto come segue: pulire e sminuzzare il cipollotto scalogno dentro un tegame, aggiungere un generoso filo d’olio e soffriggere fino a lieve doratura. Incorporare al soffritto la carne macinata, salare, pepare e cospargere con abbondante noce moscata, aggiungere passoline e pinoli, quindi soffriggere per un paio di minuti. Aggiungere il riso e lasciarlo tostare mescolandolo bene alla carne, quindi sfumare con il vino rosso e procedere alla cottura del risotto con l’aggiunta graduale del brodo vegetale. A cottura quasi ultimata, aggiustare di sale, se dovesse essere necessario, e terminare con il formaggio grattugiato (se si gradisce, mantecare con una noce di burro).
Preriscaldare il forno a 180°C.
Pulire i peperoni e tagliare il cappello, tenendolo da parte, incidendoli con un coltellino affilato nella parte superiore, privarli dei semi. Riempire i peperoni con il risotto, chiudere l’apertura riposizionando il cappello e disporli in una teglia oleata (o su un foglio di carta da forno disposto sulla placca). Cuocere in forno caldo per 35/40 minuti.

martedì 12 ottobre 2010

Pizzarola al parmigiano


Anche in questo caso il buongustaio ha fatto il suo per regalare un nome buffo ed originale alla preparazione; ho fatto appena in tempo a tirare fuori la teglia dal forno e lui esclama “che bella pizzarola!”, ed io “pizzarola?”, Lui “pizzarola sì, perché a te cosa sembra?”… così fu battezzata.
Intorno ai fornelli, nella casetta di marzapane, siamo in due: una cucina, l’altro mangia… una assembla ingredienti tentando di trovare nuovi gusti, l’altro inventa nomi per definire il tutto in una armonia quasi perfetta di “cuoca e buongustaio” che danzano tra i profumi inebrianti del dolce tepore domestico.
È questa l’immagine che oggi voglio regalarvi assieme alla ricetta di una Pizzarola che può essere benissimo mangiata da sola, ma che non si sottrae a far da contorno (più saporito del semplice pane) a verdure grigliate, carni alla brace, salse piccanti o fantasiose insalate.

Ingredienti:
300 g di Farina bianca OO
7 cucchiai di Parmigiano grattugiato
7 cucchiai di Pecorino romano grattugiato
150 g di Parmigiano a tocchetti
4 Uova
50 ml di Latte
150 ml di Acqua tiepida
3 cucchiai di Olio evo
1 bustina di Lievito di birra disidratato (tipo "mastrofornaio")
2 cucchiaini di zucchero di canna
20 g di Burro
Sale e Pepe

Esecuzione:
Impastare 50 g di Farina con il latte e il lievito sciolto nell'acqua tiepida, mescolare bene fino all'ottenimento di un impasto liscio, coprire con un canovaccio e lasciar lievitare per circa 3 ore o fino a quando sarà raddoppiato in volume.
Unire questa pasta lievitata alla farina rimanente e aggiungere 3 uova, un pizzico di sale e di pepe (io ho usato del pepe verde appena macinato), l'olio, il pecorino romano e il parmigiano grattugiati. Lavorare il tutto con le mani fino ad ottenere una pasta omogenea e liscia. Imburrare una teglia dai bordi alti e da circa 24 cm di diametro e stendervi la pasta, formare delle fossette con il dito e infilatevi dentro i tocchetti di parmigiano (devono essere tagliati a bastoncini). Coprire la teglia con il canovaccio e lasciar lievitare ancora 40 minuti. Sbattere l'uovo rimasto e spennellarlo sulla superficie della pizzarola, quindi cuocere in forno preriscaldato a 160°C per circa 30 minuti. La superficie, a cottura ultimata, dovrà presentarsi dorata.