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mercoledì 30 marzo 2011

Carciofi ripieni di patate e premio Ariosto


La mia vita è così simile al moto di un’altalena. Spicco il volo e poi ricasco. Questa sensazione deriva dall’attività, dalla non staticità e così talvolta mi sento ferma, serena, in pacifico ritorno e talvolta mi sento schizzata verso il cielo: grande, immenso, ricco di cose da fare e da dire. Tutta l’esistenza, i rapporti umani, gli sbalzi d’umore, sono altalenanti… seguono quel moto e mandano in cielo. E mandano a terra. Al momento sono con i piedi sospesi e non tocco che l’aria rarefatta dei pensieri, solo in quelli riesco a trovare rifugio e pace in giorni così intensi di cose da mettere a posto. Un anno e mezzo di matrimonio e mi sento ancora scombussolata, la casa da sistemare, le bollette da pagare, alcuni pacchi ancora da aprire, e non dimenticarti questo… e attenta a fare quello, un tram tram inesauribile: vai a lavorare, torna, lava, stira, pulisci… ama! Metti a posto, cura i tuoi interessi, le piante, le tartarughe, il pappagallo, tenta di tenere saldi i legami con gli amici che non vedi mai, ama! E ricominciare. Quello che subisce più di tutti la mia frenesia sono le passioni, ne ho troppe e le vorrei cullare tutte. Le ficco in centrifuga, le strizzo bene, le stendo e poi riprendo. Mollo il cucito per cucinare, mollo i fornelli per disegnare, mollo i pennelli per leggere, leggo due libri insieme per non lasciarmi indietro nulla. Frenesia, oggi vi racconto questo e poi aggiungerò che alla fine della fiera solo quando cucino poggio quei piedi per terra e spicco il volo verso un sereno approdo. Non mi lamento, meglio fare che stare a guardare eppure mi vien voglia di dirvi che se tante volte non trovo il tempo di fermarmi in ognuna delle vostre cucine virtuali sappiate che non è per snobbare. Mi piace molto passeggiare per le vie dei blog e voi siete dei bellissimi compagni di viaggio: grazie!

Carciofi ripieni per ringraziare Ariosto che ha premiato una mia ricetta, le patate ripiene, con la GIFT CARD dell'ABBONAMENTO di nr.13 mensilità alla rivista SALE e PEPE. Grazie di cuore!

Ingredienti:
4 Carciofi
2 Patate medie (circa 150 g)
Insaporitore Ariosto per patate
100 ml di Vino bianco
1 filetto di Acciuga sott’olio
Olio evo, Noce moscata, Sale e Pepe



Vi racconto il “come fare”:
Lessate le patate con la buccia. Intanto mondate i carciofi privandoli delle foglie più dure, delle punte spinose e pelate i gambi. In un tegame versate circa 300 ml di acqua assieme al vino bianco, portate a bollore, salate e pepate e bollitevi dentro per 15 minuti i carciofi. Scolate le patate, scolate i carciofi e lasciate raffreddare. Eliminate, con uno scavino o leva torsoli, la parte centrale di foglie ai carciofi creando così lo spazio per il ripieno. Pelate le patate lesse e passatele al passaverdure assieme ai gambi dei carciofi. Ottenuta questa purea conditela con olio evo, pepe, sale qualora servisse, una punta di noce moscata appena grattata e l’insaporitore Ariosto per patate. Mescolate il tutto e utilizzate questa farcia per riempire i carciofi, quindi disponeteli in una pirofila unta e passate in forno caldo per 10 minuti a 180°C. servite irrorando con un filo d’olio evo a crudo.

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lunedì 28 marzo 2011

Torta alle mandorle di Santiago e tea a merenda


Il lunedì pomeriggio il rituale m’attende, la pace si assapora in penombra come la voglia di stare a casa mia… senza frenesia, senza la corsa delle mille cose da fare, diviene piacevole appuntamento e tra le bustine di twinings le mie dita scorrono il gusto. Oggi mi conducono ad un ricordo, un regalino, un cammino. Avete mai sentito parlare del cammino di Santiago? Chi è pellegrino nell’animo conoscerà la storia. Ormai la valenza religiosa di quel cammino si è un po’ persa ed esistono vari motivi che spingono i sognatori a volersi avventurare per quella terra solcando passi d'altri… il mio? Vorrei percorrere strade terrene per avvicinarmi all’ultraterreno: la bellezza del mondo, la pace interiore, un bel tramonto, la sensazione di essere vera respirando molecole d'aria che, prima che in me, in altri polmoni hanno fatto capanna.
Sapere che Noi siamo, al di là del nucleare e della violenza... riflessioni scoordinate mentre assaporo il gusto del tea, oggi è il pu-erh tea, un tea rosso che sembra abbia capacità digestive: mi piace!


La torta che vi presento in accostamento, in qualche modo narra di quel cammino anche nel nome: torta alle mandorle di Santiago. È una torta che vanta un paio di secoli di storia ed è semplicissima, fatta con uova, mandorle, zucchero e cannella non contiene farine dunque è anche (naturalmente) gluten free.
Una torta che narra la Spagna, apre una finestra sulla regione della Galizia e mi permette di passeggiare immersa in quel paesaggio anche se solo con la fantasia. Non sono mai stata in Spagna, bere il tea nella tazza che vedete e mangiare una fetta di questa torta però mi regala l’illusione. La tazza proviene da Saragoza, il regalino a cui facevo accenno, e per il quale ringrazio Totò, e in particolare da un negozio che si chiama Sala da tè di Zaragoza.

Buon pomeriggio, buon inizio settimana e buon tea a merenda a tutti voi!

Ingredienti per la Torta alle mandorle:
250 g si Mandorle spellate (per chi non ha il Bimby, mandorle tritate)
250 g di Zucchero (per chi non ha il Bimby, zucchero a velo)
scorza di 1 Limone biologico
1 pizzico di Cannella
4 Uova intere

Nota: questa volta mi sono persa nel lusso di preparare la torta utilizzando il Bimby, anche se chi mi conosce sa che amo molto di più “sporcarmi le mani”. Sono certa che saprete riadattarla anche alla preparazione senza il meraviglioso elettrodomestico... ne vale la pena!

Nota all'etichetta: Ricette Senza - Ricetta senza Glutine, Latte e Latticini e senza Lievito


Vi racconto il “come fare”:
Preriscaldare il forno a 180°C. Mettere nel boccale le mandorle e tritare 15 sec. Vel. 5 quindi trasferite in una terrina e tenetele da parte.
Mettere nel boccale lo zucchero e polverizzare 15 sec. Vel. 10.
Togliere tre cucchiai di zucchero a velo e metterli da parte, lo zucchero restante permane nel boccale dove metteremo la scorza di limone, polverizzare 15 sec. Vel. 10.
Unire le uova e mescolare 2 min. Vel. 4.
Aggiungere le mandorle e mescolare 5 sec. Vel. 3.
Versare il composto in una tortiera apribile da 24 cm di diametro e cuocere in forno caldo per 25-30 minuti. Lasciar raffreddare e poi trasferire la torta dalla teglia al piatto da portata e decorare con lo zucchero a velo che avremo tenuto da parte.

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venerdì 25 marzo 2011

Torta al cioccolato e topper in Pasta di Zucchero


Ho sempre guardato alla pasta di zucchero con un certo distacco, con la voglia di conservare in me il pensiero che "sì, prima o poi... ma ora no!".
Vi capita mai? Non solo in cucina, in generale, di trovarvi a pensare "mi piace da morire, ma al momento no, non fa per me"?
Ecco il mio approccio alla pdz, ormai l'acronimo è familiare a tutti noi che tra cucine vere e virtuali ci muoviamo, mi piace davvero tanto e mi regala l'impressione di piccole sculture a sormontare torte anch'esse scolpite e... talvolta perfette. Eppure sono stata per molto tempo inerte innanzi alla possibilità di fare la mia pdz.
Ci voleva un pomeriggio tra amiche, ci voleva ritrovarsi tra due celiache in preda all'estro creativo e alla fine di estro hanno ridestato il mio. Arzillo s'è presentato, il mio estro, e non mi aspettavo avesse tanto da dire, tanta voglia di restare a giocare con la nuova e appena conosciuta signorina pdz.



Ho portato a casa, dopo i primi esperimenti tra amiche, la pesciolina e il maialino (battezzato Riccardino) e oggi mi è sembrato giusto completare l'opera. Questa torta la dedico alla Fondazione Santa Lucia di Roma con la vivida speranza che non chiuda per mancanza di fondi! Così la decorazione è il mio augurio, il mio sorriso per tutti i bimbi che hanno difficoltà e che tra sorrisi e coccole di quanti li amano riescono ad essere gioia di vivere, argento vivo!

In bocca al lupo alla fondazione Santa Lucia di Roma.

Nota: ho usato la stessa ricetta della ciambella, le variazioni sono il latte al posto del brandy (dato che trattasi di ricetta per bambini) e le gocce di cioccolato al posto dell'uvetta.


Ingredienti per la torta:
250 g di Farina 00 (o farina mista a fecola in parti uguali)
100 g Zucchero a velo
3 uova
100 g Burro morbido
½ bustina Lievito per dolci
1 pizzico di Sale
1 cucchiaio di Latte
75 g di gocce di Cioccolato

Ingredienti per la crema:
1 Tuorlo
500 g di Latte
50 g di Cacao in polvere
20 g di Amido
20 g di Burro
60 g di Zucchero
80 g di Cioccolato, tavoletta al gusto preferito (io al latte)

Per il decoro:
Pasta di zucchero realizzata con: 500 g di zucchero a velo + 30 g di acqua + 5 g di colla di pesce + 50 g di glucosio (qui la ricetta per farlo in casa)
Coloranti alimentari in polvere
Pennellini, per dipingere

Vi racconto il "come fare":
Per realizzare la pasta di zucchero vi basterà mettere in ammollo la colla di pesce nell'acqua indicata. Una volta ammorbidita, passate sul fuoco in apposito tegamino, l'acqua con la colla di pesce e il glucosio. A temperatura moderata attendete che la colla di pesce si sciolga per bene, ma fate attenzione a non far bollire. Setacciare lo zucchero a velo direttamente nel mixer e aggiungere la miscela di acqua colla di pesce e glucosio, a filo. Azionate le lame del mixer fino ad ottenere un impasto molto omogeneo che compatterete con le lami dando la forma di un panetto. Avvolgete il vostro panetto di PdZ nella pellicola trasparente fino al momento di usarlo, dandogli la forma desiderata.
Procedete ora alla preparazione della torta. In una terrina lavorate il burro morbido con lo zucchero a velo fino ad ottenere un composto omogeneo e spumoso, quindi incorporate il cucchiaio di Latte. Aggiungete le uova una per volta e mescolando energicamente con una frusta, il pizzico di sale e poco alla volta la farina, per ultimo il lievito. Appena il composto sarà pronto, aggiungete le gocce di cioccolato e amalgamate dal basso verso l’alto con una spatola. Incorporati tutti gli ingredienti, imburrate e infarinate uno stampo da 24 cm di diametro e versatevi dentro il composto quindi cuocete in forno caldo a 180°C per 30 minuti circa. Intanto preparate la crema: in un tegamino e con una frusta, incorporate lo zucchero al tuorlo, poi aggiungete il burro morbido quindi il cacao in polvere. Continuate a incorporare gli ingredienti con la frusta, unendo poco per volta il latte e l'amido. Terminata questa operazione, mettete sul fuoco a cuocere, mescolando con un cucchiaio di legno, fin quando la crema non si sarà ben addensata. Spegnete in fuoco e unite alla crema la cioccolata in tavoletta, ridotta a pezzetti. Lasciate sciogliere un paio di minuti, quindi girate energicamente con il cucchiaio di legno per rendere la crema ben liscia. Lasciatela raffreddare un pò, tagliate a metà la torta che intanto i sarà raffreddata. Condite la torta, al centro, con la crema al doppio cioccolato e mettere infine il topper in pasta di zucchero.

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giovedì 24 marzo 2011

Ciambella al brandy e uva sultanina

Una ricetta facile, ma di grande successo che piace a grandi e piccini. Parlo per esperienza dato che mangio la ciambella da sempre: provata da bimba non ho mai smesso di amarne il sapore. Questa variante al brandy conferisce alla ciambella un gusto più deciso e si sposa benissimo con la presenza dell’uva sultanina.

Io ho servito il mio dolce accompagnato da un golosissimo caramello regalatomi da una cara amica di ritorno da un viaggio in Francia, grazie champignon mia adorata!

Ingredienti:
250 g di Farina 00 (o farina mista a fecola in parti uguali)
100 g Zucchero a velo
3 uova
100 g Burro morbido
½ bustina Lievito per dolci
1 pizzico di Sale
2 cucchiai di Brandy
100 g di Uva sultanina

Vi racconto il “come fare”:
In una tazza capiente, versate l’uva sultanina e bagnate con acqua tiepida e uno dei due cucchiai di Brandy. Fate reidratare l’uvetta per il tempo necessario alla preparazione della ciambella.
In una terrina lavorate il burro morbido con lo zucchero a velo fino ad ottenere un composto omogeneo e spumoso, quindi incorporate il cucchiaio di Brandy rimasto. Aggiungete le uova una per volta e mescolando energicamente con una frusta, il pizzico di sale e poco alla volta la farina, per ultimo il lievito. Strizzate l’uvetta e infarinatela in modo da separare bene i singoli acini. Aggiungete l’uva sultanina infarinata al composto e amalgamante dal basso verso l’alto con una spatola. Incorporati tutti gli ingredienti, imburrate e infarinate uno stampo da ciambella e versatevi dentro il composto quindi cuocete in forno caldo a 180°C per 30 minuti circa.

martedì 22 marzo 2011

Cipolle ripiene e il mercato storico


Immerso nel centro storico di Palermo, alle spalle della Cala, nasce un altrettanto storico mercato rionale: La Vucciria, che non è solo il titolo dell'opera di Guttuso che ne fissaa istante a pennellate, ma è anche una discesa che da millenni ospita bottegai. Prima solo macellai, poi il mercato si tramuta in luogo in cui fanno bella mostra di se un pò tutti gli alimenti legati alla natura: pesce, carni, frutta, verdure, spezie.

Non vi parlerò diffusamente di questo, in Scelte di Gusto avrò modo di raccontarvi meglio il mercato e forse anche nella mia rubrica le vie del gusto. Oggi desidero parlarvi delle enormi cipolle che ho comprato alla Vucciria. Gigantesche, profumate, mi hanno spinto a volerle provare come mai avevo fatto prima, ovvero al forno e ripiene. Sono un vero spettacolo, chiaramente per chi, come noi della casetta al marzapane, ama il genere. Io alle cipolle non sò proprio dir di no.

Buona serata a tutti e buona cena, la nostra di cipolle farcita e condita con una confettura di peperoni rosi di Cascina San Cassiano!

Ingredienti:
4 grosse Cipolle bianche
4 cucchiai di Pangrattato
2 cucchiai di Parmigiano grattugiato
1 cucchiaio di Passoline e pinoli
Sale, Pepe, Olio evo q.b.

Vi racconto il "come fare":
Private le cipolle della prima foglia, più dura e di cappello e base. Sulla base, con un levatorsoli, praticate un buco asportando un pò di polpa di cipolla che metterete da parte. Fatto questo con tutte le cipolle, affettate finemente la polpa e fatela saltare in padella con un filo d'olio. Appena risulterà colorita, aggiungete mezzo bicchiere d'acqua e mettete un coperchio quindi lasciate cuocere 10 minuti o fino a quando l'acqua non si sarà asciugata. Aggiungete alla polpa di cipolle tre filetti d'acciuga e fate sciogliere, quindi spegnete il fuoco e condite con pangrattato, parmigiano e passoline e pinoli, regolate di sale e di pepe. Usate questa farcia per imbottire le cipolle, su cui prima avrete spruzzato un pò di sale, e accendete il forno a 160°C. Irrorate con un filo d'olio una teglia e disponetevi sopra le cipolle ripiene quindi passatele in forno già caldo per 1 ora circa (se le gradite più croccanti basteranno 50 minuti in cottura). Io le ho servite accompagnate da due cucchiaini di confettura di peperoni rossi di Cascina San Cassiano.

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lunedì 21 marzo 2011

Bocconcini al sesamo e marmellata per il tea a merenda


Il mio nuovo appuntamento settimanale, il lunedì pomeriggio all'ora del tea, mi permette di augurarvi un buon inizio di settimana e mi lascia raccontare la riscoperta di un gusto, un momento di totale appagamento, rilassante e solo mio in cui il mondo fuori sembra girare senza far rumore, in cui le parole sono soffuse e restano nell'aria a far compagnia alle luci spente, a gesti magici che accompagnano il rituale del tea.
Oggi ho voluto provare un gusto forte, deciso, un pò fumè che racconta il Galles dei salotti in un classico Twinings: Prince of wales Tea. Per me il gusto è davvero troppo mascolino quindo ho preferito temperarlo, smorzarlo con l'aggiuta di una goccia di latte tiepido. Niente zucchero, va gustato così, ma se davvero non amate rinunciare al dolce a tutti i costi allora sarà marmellata. Ho usato una confettura di ciliegie della Rigoni di Asiago su un panino, piccolo, un bocconcino fatto per appagare la fame pomeridiana.

Pane al sesamo – Ingredienti:
220 di Latte tiepido
1 bustina di Lievito di birra disidratato
10 g di Zucchero
500 g di Farina 00
10 g di Sale
30 g di Burro fuso

Vi racconto il "come fare"
Versate in una tazza il latte tiepido e scioglietevi dentro il lievito e lo zucchero. In una capiente terrina versate la farina, miscelatela con il sale e aggingete al centro il latte, contenente lievito e zucchero, e il burro fuso. Iniziate ad amalgamare e quando i liquidi saranno tutti ben assorbiti, trasferite l'impasto sulla spianatoia e lavorate a lungo, snervate la pasta e lavorate con i polsi per almeno 10 minuti. Lasciate l'impasto a forma di palla coperto con un canovaccio a riposo per 1 ora. Trascorso il tempo date all'ipasto la forma di piccole focaccine, cospargete sopra il sesamo lievemente bagnato (altrimenti non attacca alla pasta) e coprite le focaccine lasciandole lievitare ancora 30 minuti. Scaldate il forno a 180°C e cuocete il pane per circa 30 minuti. Attendete che si raffreddi prima di tagliarlo o mangiarlo.

La tovaglietta che ho usato è una mia creeazione, una marzapanemoda!

venerdì 18 marzo 2011

Scelte di Gusto



Mi piacciono i giri di parole, le frasi apparentemente senza senso eppur trasparenti nel loro mostrare barlumi di mondo. Sarà perché nulla di romantico avvolge i miei natali o forse solo perché la lingua italiana merita qualcosa di più di rotte parole, vocali perdute, punteggiatura franata in simboli strani, sicuramente è per questo che alla fine innanzi ad un foglio vuoto mi ritrovo a rincorrere ricercate armonie ed il raccontare di me… accenna follie.




Ho fatto studi definiti “tecnici” quando invece il mio desiderio, da che ne ho ricordo, è sempre stato quello di scrivere e di conoscere, di divulgare conoscenza e forse anche d’insegnare (per apprendere a mia volta); non ho perseguito l’obbiettivo allora, temporeggiando nello studio dell’alchimia, ed oggi è divenuto sogno da realizzare. Sono certa che dar voce al mio estro creativo alla fine mi condurrà verso quei sentieri inesplorati che coinvolgono le vie della passione, che si inerpicato verso le vette della più compiaciuta soddisfazione: una mattone dopo l’altro e si costruisce dimora.



In questi accenni ed in “about”, ho raccontato me e tra parole più o meno velate ho accennato a quel mio amore spassionato per la scrittura. Non avrei mai creduto che il mio alter ego, Pecorella di Marzapane, mi avrebbe portato un giorno a scrivere per un giornale.
Eppure è così. Il giornale si chiama Scelte di Gusto ed io sono stata chiamata a far parte della redazione assieme a persone meravigliose, coloro che di mestiere, nel loro essere giornalisti, piegano parole alla necessità di far conoscere, raccontare. Un giornale on-line che uscirà a giorni e che inorgoglisce il nostro Editore, dà voce all’idea del nostro Caporedattore, spinge a creare quel proscenio di Scelte di Gusto dove il nostro Vice caporedattore, i redattori tutti e me siamo chiamati a recitare.
Saremo on-line, anche se il sito ancora risulta in costruzione, saremo su facebook e saremo su youtube con articoli, interviste, videointerviste e racconti di gastronomia e viaggi tra colori, sapori e profumi dei luoghi in cui ci troveremo a fare quelle Scelte di Gusto.



Un grazie speciale al mio Caporedattore, colei che segue i miei passi e mi sostiene in questa avventura e grazie a tutti i miei compagni di viaggio,

Tiziana

giovedì 17 marzo 2011

Pesto di olive, pistacchi e... capperi che finger food tricolore


Tanti auguri mia bella Italia, poche le moine che ti rivolgerò e un tricolore da mangiare per averti sempre nel cuore, tu che meriti fatti e non parole.

Buon 150° a tutti quelli che credono che unire è meglio che dividere, condividere è meglio che imporre, parlare è meglio che urlare, comprendere è meglio che ignorare... a tutti quelli che credeno allo spirito di squadra, alla lealtà, che si battono per la legalità e che sorrido anche quando il cielo è grigio e la terra trema. Ed ancora a quelli che non mettono la testa sotto la sabbia e amano camminare con i piedi piantati per terra e lo sguardo rivolto all'infinito.


Pesto di Capperi, olive e pistacchi - Ingredienti per sei finger food tricolore:
30 g di Capperi
10 g di Pistacchi
un filo d'Olio evo
Pepe verde q.b.
1 filetto d'Acciuga sott'olio
4 Olive verdi denocciolate
1 cucchiaio di Latte

3 Pomodorini
20 g di Scamorza affumicata

Vi racconto il "come fare":
I capperi da usare dovranno essere ben dissalati. Trasferite tutti gli ingredienti, tranne pomodorini e scamorza, nel boccale di un frullatore e frullate fino ad ottenere la consistenza voluta. Io ho tripato il tutto fino ad ottenere un pesto grossolano, con pezzetti di pistacchi ben visibili.
Montate il finger food ponendo nel contenitore un cucchiaino di pesto, un cubetto di scamorza e mezzo pomodorino, il tutto bloccato da uno stuzzicadenti.



Per il mio Finger Food tricolore ho usato i vassoietti small di Atmosfera Italiana e partecipo al loro gioco on line.

mercoledì 16 marzo 2011

Frittatine con gambi di carciofi


Un paio di giorni fa mi sentivo ispirata, passata la ventata di cuori e cuoricini che nei pressi del San Valentino hanno tempestato i nostri blog chissà perché, chissà per come mi sono trovata per le mani una formina di metallo utile come coppapasta per creare biscotti oppure per donare la forma alle uova fritte e mi si è accesa una lampadina. Sulla scatolina, quando feci questo acquisto, c’era stampata una padella con un uovo in frittura a forma di cuore e si sa che noi donne cuciniere nei negozi di articoli per la casa ci lasciamo ben tentare da ogni sfizio e da tante inutilità. Tornando al dunque, mi trovai per le mani la formina cuoricina e iniziò a ronzarmi per la testa l’intenzione di preparare una cenetta scarna eppure romantica. Frittatine? E perché no! Poi avevo appena ricevuto la mia spesa bio e i carciofi freschi meritavano di essere puliti e ben riposti. Facendo tesoro di una informazione ricevuta quasi per caso, questa volta ho pulito anche i gambi, mondandoli, e li ho usati per dare il gusto alle frittate. Allo stesso modo, mi dissero, possono essere usati per fare un risotto dal gusto ancora più delicato di quello che si ottiene con i carciofi interi privi di gambi, vi giro l'informazione che è tutta da sperimentare.


Ho sempre buttato i gambi dei carciofi, che errore grossolano! I gambi sono forse ancor più dolci dei carciofi stessi e da oggi in casa marzapane non si butta via più nulla di questo fiore di verdura.

Ingredienti:
2 Uova intere
8 gambi di Carciofo
1 ciuffo di Prezzemolo tritato
1 pizzico di Curry
1 pizzico di Paprica dolce
1 cucchiaio di Parmigiano grattugiato
Pepe e Sale q.b.
Olio evo, per friggere


Vi racconto il “come fare”:
Tagliate i gambi ai carciofi e mondateli in modo da recuperarne solo il “cuore” tenero. Tagliateli a tocchetti e fateli bollire in poca acqua salata per 10 minuti.
In una terrina sbattete le uova con una frusta manuale e, quando saranno ben spumose, conditele con gli aromi che più gradite. Io ho condito le mie uova con paprica dolce, curry, prezzemolo, un pizzico di sale, pepe rosa e del parmigiano grattugiato. Versate nella ciotola con le uova battute i gambi di carciofo e amalgamate.
In una padella antiaderente fate scaldare dell’olio, meglio se evo, e iniziate a friggere le vostre frittatine che potranno, naturalmente, essere anche un’unica frittata da tagliare poi a spicchi. Scolate le frittatine su carta assorbente e servite calde.

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martedì 15 marzo 2011

Set tovagliette all'americana


Un set molto comodo per i pasti frugali, per le gite fuori porta. Spesso metto a tavola utilizzando le tovagliette singole, in particolar modo quando siamo solo in due e l'atmosfera da picnic domestico rallegra gli animi... oppure quando il tempo vola e il pasto si riduce ad un semplice panino. Le utilizzo con le amiche, nei pomeriggi votati al tea e alle chiacchiere, oppure le mattine di festa in cui la colazione diventa un rituale e l'aparecchiare richiede maggiore attenzione.


Le ho realizzate in cotone leggero, una rossa e l'altra a quadretti con le rifiniture di colori opposti, le misure sono standard cirac 50X30 cm e ogni tovaglietta possiede una tasca porta posata e una bustina. Tirata fuori la tovaglietta, la bustina diventa un portatovagliolo.

Questo è uno dei premi del mio contest di cucina!

Contest su i golosi anni '80


Sono qui a ricordarvi il mio contest sugli anni '80, o per meglio dire sulle ricette della mamma o della nonna, tratte comunque da ricettari datati.

Manca ormai un mesetto e mi auguro vogliate partecipare seppure il tema non è di semplice realizzazione dato che si tratta di trovare vecchie riviste, libri e tutto ciò che un tempo ha rappresentato la base degli esperimenti casalinghi, tra i fornelli, dei vostri cari. Ci tengo molto essendo il mio primo contest e avendo deciso di regalare ai vincitori delle cose realizzate da me. Delle giudici d'eccezione sceglieranno chi tra voi meriterà di avere ciò che mi riesce di cucire.

Ecco uno dei premi, un set di tovagliette all'americata che ho appena finito!

lunedì 14 marzo 2011

Torta di ricotta e tea a merenda


E così per la merenda di oggi posso finalmente dedicarmi un po' a me, un po' al tea. Adoro il tea, da anni ormai il buongustaio mi ha instradato alla degustazione di questo in mille gusti, tanti odori. Dal verde al nero, dalle tisane agli infusi, il mondo che circonda le sale da tea mi ha sempre affascinato ed ogni cultura a suo modo ne è pregna. Basti pensare alle geishe e l'arte antica di servirlo, ai salotti inglesi che per quet'ora forse tutt'oggi vedono imbandire piccoli tavolini riccamente ornati di lino e finissime porcellane... per concedersi un attimo fatto solo di meditazione, il fumo che dalla tazza sale ad inondare la mente e il cuore di pace.
È così, amo il tea e la collaborazione che oggi prende il via con Twinings è forse tra quelle che più mi rallegrano, che esaltano il buongustaio e che permettono a voi, attraverso la mia cucina virtuale, di conoscerne le mille sfumature e i tanti gusti.
Parto lentamente, in sordina e con la voglia di dare il via ad un crescendo di emozioni. Oggi battezzo il mio tea a merenda e ogni lunedì tornerò alla stessa ora, o quasi, per gustare tal bevanda con voi e sarà calda in inverno e fresco ristoro d'estate.
Oggi ho gustato il Twining tradizionale, con ancor più tradizionale fettina di limone assieme alla mia torta di ricotta. L'associazione è voluta, non si pensa mai a ricotta e limone insieme eppure si sposano senza intoppi.

Ho servito la torta di ricotta sul meraviglioso tagliere, della linea Montefeltro, realizzato in ceramica da Laboratorio Pesaro. Per tutti i miei lettori entro il 15 Marzo ci sarà uno sconto del 15% sugli articoli in vendita. Il codice sconto è Ilovefoodblogging

Ingredienti per la torta:
100 g di Uvetta
100 g di Brandy
500 g di Ricotta fresca
150 g di Zucchero
50 g di Farina 00
50 g di Latte intero
1 Uovo
1 pizzico di Sale
1 cucchiaino di Lievito per dolci
1 bustina di Vanillina

Vi racconto il “come fare”:
Mettete l'uvetta a bagno nel brandy per un quarto d'ora e intanto preparate l'impasto per la torta. In una capiente bacinella trasferite la ricotta, che deve essere riposata e non troppo umida, iniziate a schiacchiarla con una forchetta. Aggiungete alla ricotta lo zucchero, il pizzico di sale, il latte e l'uovo e con una frusta iniziate ad amalgamare bene il tutto. Aggiungete all'impasto morbido la farina, la vanillina e il lievito ed incorporate tutto per bene. Strizzate l'uvetta dal brandy e infarinatela. Mettete la metà dell'uvetta nell'impasto e terminate di impastare con la frusta elettrica. Imburrate e infarinate una teglia da 24 cm di diametro quindi trasferitevi dentro l'impasto e cospargete la restante uvetta sulla superficie della torta. Cuocete in forno caldo, statico, a 160° per 40 minuti e servite fredda. Se ne resta, data la presenza massiccia di ricotta, è preferibile conservarla in frigorifero.


Io ho mangiato la mia torta con una tazza di English Breakfast tea Twinings, con una fettina di limone e zuccherato con miele dai fiori d'agrumi.


Buon tea e buon inizio settimana a tutti!

giovedì 10 marzo 2011

Tabulé con peperoni rossi fritti alla fermata del Finger Food

Un piatto, un nome, un richiamo cinematografico e sempre quella voglia di giocare un po' con le parole. Questo finger food nasce al volo, senza pensiero, nessuna preparazione particolare. Poche semplici riflessioni. Il tabulé è di certo un piatto noto, la scelta di pubblicarlo pur sapendo che nulla di veramente nuovo vi racconto risiede nel fatto che, a mio modesto avviso, si presta perfettamente alla festa, al Finger, a questo nuovo tipo di cibo: compatto, maneggevole, senza impegno e creativo. Oggi non è festa se manca il cibo monoporzione, o per meglio dire monoboccone, ed io spessissimo nell'avere amici a cena preparò il tabulé e mai ne resta.

E per quel gioco on line indetto da Atmosfera Italiana utilizzo il couscous piegandolo all'eleganza di questa piccola presentazione in tali mini coppette. Tra i condimenti ho utilizzato un preparato speditomi da Cascina San Cassiano che non mi ha deluso: +Primo, condimento a base di verdure in olio d'oliva. L'ho trovato molto gustoso e piacevolmente versatile.

Il finger food rimanda alla creativa, nel cucinare e nel presentare. Così legando il tabulè ad una variante, la presenza di peperoni rossi fritti che si gustano benissimo con le restanti verdure, ho creduto opportuno arricchirlo con un voluto riferimento all'arte e per il contest di Federica, cookthebook, lo associo decisamente a “La storia dell'arte” di Gombrich. Leggo saggi, romanzi, riviste, fumetti, leggo... mi piace, però molte mie passioni sono recenti, tra queste l'arte. Gombrich possiede una maestria nel raccontare scelte, pennellate, antico e moderno, pittura e scultura, che fa innamorare. Se apprezzate il genere, ve lo consiglio, tra l'altro credo sia un testo in uso presso le accademie di belle arti. È stato un regalo di compleanno che tengo caro, prezioso più di una pietra... rappresenta un po' il mio anello di fidanzamento e per tale attaccamento l'ho scelto per partecipare al contest. Arte, perché con stile si può far anche da mangiare!

I frammenti che vi mostro non li ho scelti a caso. Un papiro, l'Egitto, il mio viaggio di nozze, l'arte antica e senza tempo di un Anubi che pesa un cuore umano: alla fine quello resta, il peso delle cose che abbiamo fatto, delle scelte che ci conducono ogni giorno ad essere come siamo. E poi un'emozione in Caravaggio, credo il mio preferito, davanti al quale ho dovuto trattenere lacrime di commozione. Ho avuto la fortuna di godere di una mostra, a Capodimonte, di suoi dipinti. Vi sembro esagerata se vi dico che mi ha cambiato la vita? Quanto grandi si può essere a colpi di pennello... a sprazzi di umanità, ad elargir sorrisi in luogo di soprusi. Vi mostro l'incredulità di San Tommaso, anche se altri ne preferisco, perché un po' mi rappresenta. Se non vedo difficilmente credo!
Ed ecco qui il mio piccolo artista: Diego Armando ama l'odore dei libri, lo capisco perché vuole stare sempre addosso quando ne ho uno per le mani e al volo si avvicina, incredibile ma vero!


Ingredienti per il tabulè:
300 g di Couscous precotto
½ Limone, il succo
1 ciuffetto di Prezzemolo tritato
80 g di Tonno sott'olio, sgocciolato
1 cucchiaio di Capperi dissalati
2 cucchiai di Olive verdi denocciolate
1 cucchiaio di Pesto al basilico
1 barattolo da 190 g di +Primo, condimento a base di verdure di Cascina San Cassiano
Sale, Pepe, Olio evo q.b.
2 Peperoni rossi

Vi racconto il “come fare”:
Portate ad ebollizione 300 ml di acqua in un tegamino con apposito coperchio. Quando l'acqua bolle, salate e aggiungete un filo d'olio evo dunque versate il couscous e coprite con il coperchio. Attendete circa cinque minuti, o comunque il tempo indicato sulla confezione, quindi scoperchiate il tegamino e con i rebbi di una forchetta iniziate a sciogliere il couscous in modo da separare quanto meglio possibile tutti i granelli. Trasferite il couscous cotto in una terrina e lasciate raffreddare quindi condite con il succo di mezzo limone e una manciata di prezzemolo tritato. A questo punto sarà già insaporito, per via del sale, olio e del limone, ma per essere certi che vada bene assaggiate il tabulè e se necessario regolate di sale e olio. Pepate e condite con tonno sgocciolato, olive, capperi, verdure varie (io ho utilizzato +Primo, condimento a base di verdure di Cascina San Cassiano) e terminate con il pesto di basilico che serve ad insaporire e donare freschezza al gusto.
Lavate e private dei semini interni i peperoni, quindi affettateli in modo da ricavarne tante listarelle larghe un paio di centimetri. Scaldate un filo d'olio evo in una padella antiaderente quindi friggete i vostri pezzetti di peperone rigirandoli di tanto in tanto fino a che non siano cotti, ma ancora croccanti. Servite il tabulè con i peperoni fritti e se avrete pazienza anche con delle olive verdi denocciolate e riempite con del semplice couscous aromatizzato al limone.
...questa ricetta ha partecipato ad un contest per saperne di più clicca QUI

lunedì 7 marzo 2011

Mini mousse di ganache al fondente e chantilly


Dal cuor di cioccolato a questa mini mousse sembra essere passata una settimana. L’indubbio dubbio risiede in un salto spazio temporale che mi par d’aver compiuto, tra lenzuola e mal di schiena, tra thè caldi e biscottini a confortar l’assenza di chi ormai è divenuto principe del castello. Se manca lui crolla il mondo e l’invocar suo nome diventa rantolo d’astinenza: Internet!

Sono stata poco bene e nella sensazione d’aver abbandonato Voi, miei amici cari e virtuali, la mia cucina al marzapane e pure i miei fornelli, ho fatto un balzo come ginnasta d’eccezione: con la mia asta, innalzando malumore, scavalcai sette giorni e molte ore. Internet, assentandosi per disservizi e mala trasmissione, s’è fatto negare e negata m’è stata l’opportunità di raccontare.
Mi siete mancati, così torno e riprendo da dove avevo lasciato e con i meravigliosi scarti di quel cuore vi mostro questa produzione: mini mousse di ganache al fondente e chantilly che ho realizzato utilizzando le coppette finger food di Atmosfera Italiana, mio sponsor che indice un gioco on line proprio sul finger food… Vi invito a partecipare.

Chiedo scusa per non esser passata dalle vostre cucine virtuali, riprenderò a passeggiare ed a chiedere ospitalità tra i profumi dei vostri piatti a raccontare.

Le coppette sono state montante alternando il ganache al fondente a pezzetti di torta al cioccolato ed alla crema chantilly. Per i decori ho utilizzato in alcuni casi cubetti di cioccolato fondente e marmellata di pere, in altri fettine di mandorle spellate o arachidi caramellati... insomma, spazio alla fantasia e con una coppa del genere il malumore vola via!
Ricetta della torta al cioccolato e del ganache al fondente

Ricetta della crema chantilly - Ingredienti per la pasticcera:
200 g di Latte intero
50 g di Panna da montare
90 g di Zucchero
25 g di Amido di Mais
2 Tuorli
Aroma vaniglia (meglio se in stecca)

Ingredienti per la panna:
200 g di Panna fresca da montare a neve con 20 g di Zucchero

Vi racconto il “come fare”:Mescolate bene i tuorli con lo zucchero, aggiungete l'amido e continuate a mescolare fino ad ottenere una crema ben soda. Trasferite in un pentolino i 50 g di panna e il latte con l'aroma scelto, ad esempio la bacca di vaniglia tagliata a metà, mettete su fuoco moderato e portate a bollore. Togliete dal fuoco, allontanate la bacca di vaniglia e aggiungete panna e latte bollente, lentamente, alla massa formata da uova, zucchero e amido. Mescolate per bene, con l'aiuto di una frusta, fino ad incorporare tutto il liquido alla crema. Trasferite la crema nel tegamino e rimettete sul fuoco, cuocete fino a quando la crema gialla non risulterà addensata. La crema pasticcera è pronta. Lasciate da parte a raffreddare.
Quando la crema gialla sarà ben fredda, montate a neve la restante panna con lo zucchero poi incorporate, con movimenti decisi dal basso verso l'alto, la panna montata alla crema pasticcera. In genere per la chantilly si usa una parte di gialla e una parte di panna, ma tanto più panna si aggiunge tanto più leggera e spumosa risulterà la crema finale.